Bruxelles – Meno consumi, qualche soldo in più, proveniente da sussidi e misure temporanee di sostegno. Gli europei fanno fatica, e i dati Eurostat lo certificano nell’ultimo aggiornamento sui conti delle famiglie. Nel primo trimestre del 2021 il consumo reale pro-capite delle famiglie è diminuito dell’1,6% nell’area dell’euro. Un dato che conferma il comportamento di fino 2020: nell’ultimo trimestre dello scorso anno era diminuito del 2,6%. Non va meglio se si considera l’UE nel suo complesso. Nel primo trimestre del nuovo anno i consumi si sono contratti dell’1,5%, dopo una riduzione del 2,2% tra ottobre e dicembre 2020.
Diverso invece il discorso per il potere d’acquisto delle famiglie. Se il reddito reale pro-capite aveva registrato un -0,8% negli ultimi tre mesi del 2020, nei primi tre del 2021 è aumentato dello 0,4%. Analogamente, in tutta l’UE è cresciuto dell’1,1% dopo un trimestre col segno ‘meno’ (-0,3%).
Il maggior contributo positivo è stato costituito dalle imposte correnti e dai contributi sociali netti. Hanno contribuito positivamente anche le prestazioni sociali, le retribuzioni dei dipendenti (ricevute), l’avanzo operativo lordo e il reddito misto lordo. Per qualcuno conta anche il reddito netto patrimoniale e altri trasferimenti correnti netti, ma in generale la ricchezza delle famiglie deriva da bonus, assegni, misure anti-crisi.
Ad ogni modo gli indicatori suggeriscono difficoltà delle famiglie o una loro percezione di incertezza che porta a fare economia. Tra l’ultimo trimestre 2020 e il primo trimestre 2021 i risparmi sono aumentati del 2,1% nell’eurozona e del 2,5% nell’UE. Tra quelli che tendono a mettere da parte anche gli italiani.
Per contrastare la pandemia e le ricadute economiche dunque si fa più attenzione a come e dove spendere, e si fa tesoro di tutto ciò che entra nel portafogli. Non va dimenticato che le misure di confinamento e le chiusure decretate a cavallo delle feste natalizie ha certamente contribuito ad una minore spesa.