Di Mario Monopoli
Dal primo luglio 2021 la presidenza del Consiglio dell’Unione Europea, l’organo istituzionale che racchiude i primi ministri degli Stati membri dell’UE, è passata dal Portogallo alla Slovenia. E’ il primo ministro sloveno Janez Janša il nuovo vertice del Consiglio per i prossimi 6 mesi, fino quindi all’inizio del 2022. Nella conferenza stampa di presentazione delle priorità della presidenza slovena, il presidente del Parlamento Europeo David Sassoli ha introdotto l’agenda di Janša con alcune parole chiave: “resilienza”, “salute”, “sicurezza cibernetica” e “stato di diritto”.
I temi più citati da Janez Janša nella conferenza stampa sono relativi alla resilienza e alla ripresa economica dell’Unione dalla crisi causata dalla pandemia, di cui si vede finalmente “la luce in fondo al tunnel” dopo più di un anno. L’interesse è quindi quello di rafforzare gli strumenti di resilienza anche per il futuro, in caso una crisi simile dovesse ricapitare. Un altro tema sottolineato da Janša è quello della sicurezza cibernetica per assicurare il proseguimento della transizione digitale in Europa, dato che l’UE ha subito diversi tentativi di attacchi hacker. Janša cita poi anche la Conferenza sul Futuro dell’Europa, particolarmente importante in questo periodo di rilancio, per rispondere ad un periodo di crisi le cui origini non nascono con il COVID-19, ma già da 5 anni fa con la Brexit.
Infine il primo ministro sloveno si è concentrato sul tema dello stato di diritto, senza citare la crisi interna europea che convive con le posizioni illiberali dell’Ungheria di Orban (stretto alleato di Janša) e della Polonia di Morawiecki, nei cui confronti nella scorsa settimana sono state avviate due procedure di infrazione per delle leggi contro i diritti Lgbtq+, ma focalizzandosi invece in generale sul diritto alla parità di trattamento e alla libertà di espressione, denunciando verso l’esterno le gravi violazioni dei diritti umani avvenute nella Bielorussia di Lukashenko. Temi che in realtà destano preoccupazione anche nei confronti della stessa Slovenia, criticata di seguire la strada tracciata da Orban, tanto che il vicepresidente della Commissione Europea Frans Timmermans si è rifiutato di prendere parte alla foto di gruppo con Janša, dopo che quest’ultimo si era lamentato dei giudici “di sinistra” nella magistratura slovena.
Tra gli obiettivi dichiarati dalla presidenza slovena vi è quello di far rispettare i diritti in tutta Europa “in senso lato”, includendo anche gli stati vicini in cui l’UE ha una diretta influenza. Da questo punto di vista Janša non esclude neppure un possibile nuovo allargamento dell’Unione Europea, esprimendo la volontà di sbloccare l’attuale situazione di stallo nella regione dei Balcani, dove l’Unione Europea sta cercando attivamente di offrire “prospettive europee” alle frontiere per espandere la propria area di influenza ed è già in programma un vertice previsto per il 6 Ottobre 2021.