Roma – L’uscita era stata traumatica proprio perché Emma Bonino era una fondatrice/ispiratrice della nuova formazione, nata nel 2018. Ora al secondo congresso dopo mesi di liti interne e anche di piccoli scontri di potere, la frattura si è ricomposta.
L’assise romana ha rieletto Benedetto Della Vedova alla segreteria con il 77 % dei voti e Riccardo Magi alla presidenza con il 60%, confermando la piena condivisione del sostegno al governo Draghi e l’accelerazione della riforma della giustizia proposta dalla ministra Cartabia.
“Questo congresso mi riscalda e sono contenta di riprendere la strada di più Europa con voi – ha detto Bonino – poi litigheremo ancora, sia ben chiaro, ma una cosa ho imparato in questi otto mesi e spero anche voi: che il rispetto non deve mai venire meno”. Un annuncio che ha fatto scattare la standing ovation in sala, anche se la leader non ha nascosto di aver attraversato “un periodo brutto, oscuro e di scontro, nel quale mi è costato farmi di lato”. Ora di nuovo insieme con “i nostri obiettivi e i valori europeisti che sono chiari da tempo e sono diventati maggioritari anche per gli altri”.
Il congresso di +Europa aveva subito diversi rinvii proprio per lo stallo dallo scorso marzo quando registrò i due addii eccellenti di Bonino e Della Vedova a causa dell’impossibilità di trovare un’intesa sulle regole. “Me ne vado a testa alta prima che mi facciate fuori voi” disse Emma Bonino in occasione dello strappo. “Un ritorno che ci dà lo slancio, la forza e la credibilità per svolgere il nostro ruolo nella vita politica del Paese e la costruzione di un polo liberale e riformatore” ha detto il neo presidente Magi.
Valori europeisti e temi come i diritti, l’immigrazione, le libertà civili ed economiche, sono la rotta del partito decisa al congresso. Appare invece più variegata la posizione sulle future alleanze che con la legge elettorale vigente metterebbe in difficoltà un partito che viaggia sotto la soglia di sbarramento del 3 %. Il fronte comune del centrosinistra rilanciato dal segretario del PD Enrico Letta, intervenuto al congresso, non ha suscitato grandi entusiasmi, nonostante la discriminante europeista segni la grande distanza con la destra italiana sovranista e nazionalista.