Bruxelles – Mancano poche ore per l’applicazione delle nuove regole europee sugli Open Data (i dati aperti, ovvero accessibili a tutti e messi a disposizione dalle pubbliche amministrazioni). Domani, 17 luglio, è il termine fissato da Bruxelles agli Stati membri per recepire la direttiva sui dati aperti e il riutilizzo delle informazioni del settore pubblico nel diritto nazionale.
Integrando il quadro legislativo con i recenti progressi nelle tecnologie digitali, le regole aggiornate nel giugno del 2019 hanno fissato gli obiettivi di sviluppare soluzioni innovative (come le app per la mobilità), aumentare la trasparenza e sostenere le nuove tecnologie, compresa l’intelligenza artificiale. Dal settore pubblico vengono prodotti, raccolti e diffusi dati in diverse aree: basti pensare ai dati geografici, legali, meteorologici, politici ed educativi. Da domani in tutti i Paesi membri UE queste informazioni dovranno essere facilmente disponibili per il riutilizzo.
“Con la nostra strategia sui dati stiamo definendo un approccio europeo per sbloccare i vantaggi dei dati”, ha spiegato Margrethe Vestager, vicepresidente della Commissione UE per il Digitale. “È fondamentale per rendere disponibile il vasto e prezioso bacino di risorse prodotte dagli enti pubblici”, ovvero “risorse che sono già state pagate dal contribuente“.
Thierry Breton, commissario per il Mercato interno, ha aggiunto che queste regole “ci consentiranno di superare le barriere” che impediscono il pieno riutilizzo dei dati del settore pubblico, “in particolare per le piccole e medie imprese“. Lo sblocco degli Open Data dovrebbe garantire un valore economico quadruplicato rispetto ai 52 miliardi di euro generati nel 2018, arrivando a 194 miliardi entro la fine del decennio. “Maggiori opportunità commerciali andranno a beneficio di tutti i cittadini europei grazie ai nuovi servizi”, ha sottolineato Breton.