Bruxelles – Si chiude con l’intervento del presidente del Parlamento Europeo, David Sassoli, alla Conferenza di alto livello sullo stato globale dei diritti umani di Venezia una settimana particolarmente intensa nell’Unione Europea per quanto riguarda il rispetto dello Stato di diritto e delle libertà fondamentali dei cittadini. Giorni caldissimi – in questo scorcio di mezza estate – sull’asse Varsavia-Budapest: da Bruxelles sono arrivate due procedure d’infrazione per le discriminazioni nei confronti delle persone LGBT+, un deferimento alla Corte di Giustizia dell’UE per la violazione delle procedure di asilo sulla frontiera ungherese e una sentenza della Corte UE sulla sospensione delle competenze della sezione disciplinare della Corte suprema polacca.
“L’Europa è nata nel segno dell’apertura e della cooperazione ed è stata in grado di mettere l’umanità al suo centro, protetta da legge, democrazia e diritti fondamentali”, ha rivendicato Sassoli in apertura della conferenza organizzata oggi (venerdì 16 luglio) dal Parlamento Europeo e dal network di università Global campus on Human Rights. Dalla libertà di espressione, alla non discriminazione, fino alla libertà di spostarsi liberamente e “di poterci innamorare senza costrizioni”, il progetto dell’Unione è quello che garantisce di “vivere in Paesi dove la democrazia e lo Stato di diritto sono il filo conduttore del nostro futuro e dove tutti i cittadini sono uguali davanti alla legge”.
Non cede di un millimetro il presidente Sassoli nella difesa di tutte queste libertà e garanzie: “Oggi più che mai dobbiamo rimanere fedeli ai nostri Trattati e lottare per la protezione dei nostri valori”, sia all’interno, sia all’esterno dei confini comunitari. Davanti agli “attacchi, agli episodi di discriminazione e di negazione della dignità e dell’identità delle persone non possiamo restare fermi”, è stata l’esortazione del presidente del Parlamento UE. “Nessuno deve sentirsi estraneo di fronte alle violazioni dei diritti umani“, perché “l’indifferenza non è un’opzione”.
La risposta può arrivare in ogni momento, da ogni cittadino e rappresentante istituzionale, a partire dal Parlamento Europeo: “Siamo in prima linea in questa lotta“, ha sottolineato Sassoli, citando come esempio pratico il fatto di essere “uno dei pochi parlamenti al mondo” dotati di una commissione che lavora per il monitoraggio dei diritti umani (sottocommissione DROI). O ancora, “uno dei grandi successi” dell’isituznone UE è il Premio Sakharov per la libertà di pensiero, che da oltre 30 anni riconosce i difensori delle libertà nel mondo e che nell’ultima edizione è stato assegnato alle leader e ai leader dell’opposizione bielorussa all’ultimo dittatore d’Europa, Alexander Lukashenko.
Per tutti vale invece l’invito del presidente dell’Eurocamera: “Dobbiamo combattere l’impunità, non possiamo essere ciechi davanti a coloro che disprezzano i nostri valori e calpestano i nostri diritti”. Attivismo e informazione sono due strumenti “essenziali” per arginare i rischi e “trovare soluzioni pragmatiche che garantiscano a tutti di vivere in un mondo in cui i diritti siano rispettati e la dignità dell’individuo tutelata”. Ecco che allora “questa conferenza ribadisce l’urgenza di dover agire, di non dare mai per scontato ciò che abbiamo conquistato“, è stato l’ultimo avvertimento di Sassoli