Bruxelles – Il piano per la ripresa dell’Italia è ufficialmente approvato, assieme a a quello di altri undici Stati membri. Il consiglio Ecofin non ha tradito le attese, e dato il via libera definitivo a tutte le strategie già vidimate dalla Commissione europea. Esultano Austria, Belgio, Danimarca, Francia, Germania, Grecia, Lettonia, Lussemburgo, Portogallo, Slovacchia e Spagna, ma esulta soprattutto l’Italia, seconda beneficiaria dei soldi del recovery fund.
Inizia il presidente di turno dell’Ecofin a ricordare che però non è il momento di compiacersi. “Oggi è una giornata storica” perché per la prima volta si attiva un meccanismo di ricostruzione economica comune, ma “non contano solo gli importi delle risorse, conta la loro qualità”, ricorda Andrej Sircelj, ministro delle Finanze della Slovenia. Vuol dire che bisognerà controllare il corretto uso dei miliardi che arriveranno.
A proposito, con il via libera definitivo dei ministri dell’Economia e delle finanze dei Ventisette, la Commissione può procedere alla firma degli accordi finanziamento e aprire i rubinetti del recovery fund. Lo sblocco delle risorse da anticipare potrebbe arrivare già “entro la fine del mese di luglio”, sottolinea Valdis Dombrovskis, vicepresidente esecutivo della commissione europea per un’Economia al servizio delle persone.
“Un orgoglio per l’Italia – ha sottolienato il premier Mario Draghi aprendo l’odierna riunione del governo – ma deve essere anche uno stimolo a spendere bene i soldi che ci arriveranno, e a approvare in tempi rapidi le riforme che abbiamo concordato. Questi sono infatti i presupposti necessari per ricevere tutti i 191,5 miliardi di euro, in prestiti e sussidi, che ci sono stati assegnati e per continuare a mostrarci un Paese credibile e affidabile”.
Il ministro dell’Economia, Daniele Franco, si aspetta il versamento di 25 miliardi di euro di pre-finanziamento “nelle prossime settimane, tra fine luglio e la prima parte di agosto“, per misure “non specifiche”. Una volta che arriveranno i soldi del recovery fund bisognerà capire come investirli. Il titolare del Tesoro sottolinea l’importanza di cogliere l’occasione per “raddoppiare gli investimenti nella pubblica amministrazione, portarli a 80 miliardi di euro rispetto ai 40 miliardi” spesi finora, e di “inserire i giovani in questo percorso”.
Sulle decisioni di oggi “eravamo tutti d’accordo”, continua il ministro. L’approvazione non è stata affatto problematica”. Sottolinea che quello tricolore è il piano “più sostanzioso” in termini di misure, impegni, interventi, e l’approvazione della strategia è dunque un attestato di credibilità. Il titolare del Tesoro prevede che il Paese “nel terzo trimestre del prossimo anno tornerà al livello di crescita pre-crisi”, e dunque le ricadute da pandemie saranno cancellate alla fine del 2022, prima del previsto ma dopo altri Paesi dell’eurozona.
“Oggi inizia la strada per costruire un Paese migliore e più dinamico”, il commento di Irene Tinagli (PD/S&D), presidente della commissione Affari economici del Parlamento europeo. “L’Europa c’è, l’Italia riparte”. Da Roma il Partito democratico esprime “l’orgoglio per il lavoro svolto finora” attraverso il vicepresidente dei deputati (nazionali) del Pd, Piero De Luca. “Ora inizia il secondo tempo. Tocca a noi continuare a fare il massimo per utilizzare in modo davvero efficace queste risorse europee, realizzando gli investimenti strategici e le riforme strutturali di cui l’Italia ha assolutamente bisogno”. Sulla stessa linea anche la capo delegazione del Movimento 5 Stelle in Parlamento UE, Tiziana Beghin. “Adesso tocca a noi dimostrare di essere all’altezza di questa grande responsabilità che l’Europa ci assegna”, vale a dire usare i fondi per “gli investimenti necessari al nostro Paese per ripartire dopo la pandemia”.
Pur riconoscendo che il successo italiano “viene da lontano”, e che ci sono i meriti dell’esecutivo guidato da Giuseppe Conte, Paolo Gentiloni tesse le lodi del governo Draghi. “Penso che il governo italiano e la Commissione abbiano collaborato in modo eccezionale in questi mesi, e questo ha garantito che l’Italia fosse tra i primi ad avere il piano approvato”, sostiene il commissario per gli Affari economici. “Possiamo cambiare il futuro della nostra economia, e farlo con ritmi e impegni davvero straordinario”, dice svestendo per un attimo i panni del commissario e ricordando la propria italianità di provenienza. “Ci vuole spirito di coesione e collaborazione tra tutte le istituzioni”. Governo, Regioni ed Enti locali adesso facciano squadra, il messaggio.
Per metà UE che vede il via libera ai piani di ripresa, ce n’è un’altra ancora in attesa. Ci sono ancora giudizi in corso sulle proposte di Repubblica ceca, Polonia, Ungheria e Irlanda, che stanno ponendo qualche grattacapo in più del previsto alla Commissione e ai suoi servizi. Non sarebbero in linea con tutti i requisiti. Mentre i piani per la ripresa di Croazia, Lituania, Slovenia ed Estonia, presentati in ritardo, dovrebbero ricevere il via libera il 26 luglio, nel corso della riunione straordinaria dell’Ecofin convocata, in videoconferenza, per discutere appositamente di questi quattro piani nazionali di ripresa.