Bruxelles – La nuova politica di promozione agricola dell’UE sosterrà la PAC e la strategia Farm to Fork nel “premiare coloro che hanno già effettuato il passaggio a pratiche sostenibili e sostenere le transizioni per tutte le altre imprese alimentari”. Questo vuol dire che nella revisione dell’attuale politica di promozione dell’UE – che sostiene agricoltori e industria alimentare a vendere i prodotti nel mercato globale – che vedrà la luce nel primo trimestre 2022 ci sarà spazio per incentivi per facilitare il passaggio a modelli di consumo più sostenibili e in linea con quanto prescritto dall’UE.
“La transizione verso un sistema alimentare più sostenibile non è qualcosa che possiamo rimandare ancora”, ha ammonito il commissario per l’Agricoltura, Janusz Wojciechowski, nel corso della conferenza organizzata dalla Commissione sulla revisione della politica di promozione dei prodotti agricoli dell’UE si svolgerà oggi e domani online (12 e 13 luglio). Ribadisce che tutte le attività economiche europee, comprese quelle agricole, “devono fare un passo dopo l’altro verso gli obiettivi dell’accordo sul clima di Parigi”, per circoscrivere il surriscaldamento globale sotto i 2° e abbattere le emissioni. Motivo per cui anche la politica di promozione “dovrebbe fornire i giusti incentivi per sostenere la transizione e far sì che sia equa per tutti”, ha aggiunto.
Appena dopo il lancio del piano d’azione per prevenire il cancro, la Commissione europea ha avviato l’iter per mettere a punto una revisione dell’attuale politica di promozione agricola dell’Ue, ovvero campagne di promozione co-finanziate da Bruxelles per aprire nuove opportunità di mercato per gli agricoltori europei e per l’industria alimentare in generale, costituita per lo più da piccole e medie imprese, sia sul piano interno che soprattutto sui mercati esteri. La revisione prenderà forma nel quadro della Strategia Farm to Fork e punterà a “migliorare il contributo (della politica di promozione) alla produzione e al consumo sostenibili, e in linea con il passaggio a una dieta più vegetale, con meno carne rossa e trasformata e più frutta e verdura”, così come previsto dalla Farm to Fork. Ci sarà una “valutazione obiettiva” di tutte le strade percorribili per cercare di raggiungere le ambizioni dell’UE in termini di sostenibilità. Ma il processo di trasformazione sembra già in atto, buona parte del budget per la promozione agricola dell’Ue è già allocato per sostenere gli obiettivi del Green Deal.
Per il 2021 è stato impegnato un budget di 182,9 milioni di euro per la promozione dell’agroalimentare all’interno e all’esterno dell’UE, di cui quasi la metà (86 milioni di euro) è dedicato al cofinanziamento di programmi di promozione “in linea con le ambizioni del Green Deal europeo”: quindi programmi di promozione sui prodotti biologici (49 milioni di euro) e sull’agricoltura sostenibile (18 milioni di euro). Inoltre, 19,1 milioni di euro sono stati stanziati per la promozione di frutta e verdura nel contesto “di una dieta equilibrata”. A quanto emerge dalle parole del commissario polacco, lo scopo della revisione non sarà solo capire in quali aree concentrare i fondi a disposizione dell’UE, quanto riflettere sull’attuale struttura della politica e delle sue risorse e “innescare efficacemente un cambiamento significativo nei metodi di produzione dell’UE così come nei modelli di consumo”, ha spiegato. Ma l’idea di fondo è quella di “premiare” chi già è passato a modelli più sostenibili e “accompagnare” la transizione degli altri. Sono i cittadini a chiederlo, Wojciechowsky cita l’ultimo sondaggio Eurobarometro secondo cui cresce la domanda di prodotti “ambientalmente, socialmente ed economicamente sostenibili”, circa l’89 per cento degli europei europei ritiene che i produttori e le aziende alimentari dovrebbero agire per elevare gli standard di sostenibilità dei prodotti.
L’Eurocamera ha già sollevato alcune preoccupazioni riguardo alla quota consistente che nell’attuale politica di promozione viene riservata ai prodotti biologici, che per la maggior parte sono prodotti importati e dunque non vere e proprie eccellenze Made in Europe. Ma tutto sommato anche il Parlamento si dice soddisfatto dell’attuale politica di promozione e convinto della necessità di fare di più per la sostenibilità. “Il mercato globale è una sfida ma anche una opportunità”, ha aggiunto Jože Podgorsek, ministro dell’agricoltura di Slovenia. “La nuova politica andrà migliorata per sostenere la competitività per il settore agroalimentare, ma potrebbe svolgere un ruolo chiave anche per i futuri regimi di qualità” dei prodotti a marchio europeo. Lubiana è dal primo luglio alla guida semestrale dell’UE e dovrà contribuire al dibattito in corso sulla revisione, anche se vedrà la luce solo sotto la presidenza di Francia nel primo semestre 2022.