Bruxelles – L’annuncio era nell’aria da una settimana, dal giorno della visita del presidente del Consiglio Europeo, Charles Michel, al valico di frontiera di Padvaronys, in Lituania. Si attendeva solo la conferma. Vilnius costruirà un muro al confine con la Bielorussia per contenere la nuova ondata migratoria favorita dal regime del presidente Alexander Lukashenko, come ricatto nei confronti delle sanzioni economiche imposte al Paese dall’Unione Europea.
È un nuovo, pressoché inevitabile, mattoncino della fortezza Europa. Un’Unione che non sa come affrontare la gestione delle migrazioni sul Vecchio Continente, se non militarizzando ed ergendo barriere alle frontiere (dall’Ungheria alla Bulgaria, fino alle enclave spagnole di Ceuta e Melilla), stringendo accordi con regimi quantomeno discutibili per il rispetto dei diritti umani (vedi Turchia e Libia) e litigando per anni in seno al Consiglio Europeo sull’impostazione di una politica comune sull’asilo.
In questo quadro non può stupire la decisione del governo lituano di innalzare una barriera di filo spinato e una recinzione parallela per evitare l’ingresso irregolare di centinaia di persone in transito dal territorio bielorusso. L’annuncio è arrivato dalla ministra degli Interni, Agnė Bilotaitė, che ha poi precisato che “saranno spesi circa 41 milioni di euro” per questa doppia recinzione da costruire “nel più breve tempo possibile”. In totale sono 678,8 i chilometri di confine con la Bielorussia da coprire, per un piano articolato in due fasi: prima la barriera di filo spinato costruita dall’esercito, poi il muro vero e proprio.
Tutto questo per impedire l’accesso al territorio lituano – e di rimando a quello dell’Unione – se non dai valichi regolari di frontiera. I numeri non lasciano spazio a dubbi: se solo 10 giorni fa la guardia di frontiera della Lituania riportava l’arrivo di 672 migranti nei primi sei mesi del 2021 (più del doppio rispetto ai quattro anni precedenti messi insieme), nella prima settimana di luglio sono stati registrati più di 800 attraversamenti illegali. Nella prima metà dell’anno la maggior parte delle persone extra-comunitarie arrivate alla frontiera lituana provenivano da Iraq, Iran e Siria, mentre più di recente sembra essere cambiata la composizione dei flussi migratori: a luglio la maggioranza degli arrivi era di cittadini della Repubblica del Congo, del Gambia, della Guinea, del Mali e del Senegal.
Nel corso di un’audizione alla commissione per le Libertà civili (LIBE) del Parlamento Europeo, in cui sono stati ascoltati anche la ministra lituana Bilotaitė e il direttore esecutivo dell’Agenzia europea della guardia di frontiera e costiera (Frontex), Fabrice Leggeri, la commissaria europea per gli Affari interni, Ylva Johansson, ha avvertito che “la situazione peggiora di settimana in settimana”. Ma per l’Unione Europea l’unica cosa che importa adesso è bloccare il flusso e denunciare la complicità di Minsk. Dura l’accusa nei confronti delle autorità bielorusse, che “sembrano facilitare la migrazione irregolare come rappresaglia alle nostre misure”. Nonostante non sia ancora chiaro il modo in cui opererebbero, “sembra ci siano dei voli commerciali che arrivano da Istanbul e da Baghdad ogni giorno” e in un secondo momento “i migranti vengono portati alla frontiera, dopo aver pagato circa 15 mila euro”, ha spiegato Johansson. Il tentativo di attraversamento avviene poi a piedi, “ma ci sono stati casi in cui è stato utilizzato addirittura il servizio Uber” per arrivare a Vilnius.
È pronto il supporto da parte di Bruxelles al Paese baltico che sabato scorso (10 luglio) ha richiesto l’attivazione del meccanismo d’emergenza per la creazione di squadre Frontex di intervento rapido. Il direttore esecutivo Leggeri ha confermato che “sarà sostenuta la crescente pressione migratoria e rafforzato il confine esterno dell’UE”. Questo tipo di intervento di Frontex è progettato per fornire assistenza immediata a uno Stato membro sottoposto a pressioni urgenti ed eccezionali alle sue frontiere esterne. “Nei prossimi giorni dispiegheremo le nostre guardie di frontiera, insieme a funzionari degli Stati membri”, ha garantito Leggeri. Ma non è tutto. La commissaria Johansson ha anticipato che “supporteremo la sfida sproporzionata per il governo lituano con 10 milioni di euro già ad agosto“, che dovrebbero essere resi disponibili dal Fondo asilo migrazione e integrazione.
The Executive Director of #Frontex has agreed to launch a rapid border intervention at Lithuania’s border with Belarus to assist with the growing migration pressure https://t.co/Aw0l30TV4i pic.twitter.com/MVW9dSSYdn
— Frontex (@Frontex) July 12, 2021