Bruxelles – Domenica 11 luglio potrebbe essere segnata sul calendario come la data di un nuovo inizio per la Bulgaria. O almeno, così hanno indicato gli elettori che si sono recati alle urne per il rinnovo dell’Assemblea Nazionale, per la seconda volta in poco più di tre mesi. Il premier uscente, Boyko Borissov, è uscito sconfitto dall’appuntamento elettorale anticipato e si prepara un testa a testa con lo showman Slavi Trifonov per la guida del Paese verso una nuova fase politica.
Stando ai risultati diffusi dalla commissione elettorale, il partito conservatore GERB (Cittadini per lo Sviluppo Europeo della Bulgaria) del premier uscente è ancora la prima forza nel Paese, con il 23,91 per cento delle preferenze. Tuttavia, il crollo sotto la soglia di un voto ogni quattro è visto come un punto di non ritorno, considerato che ad aprile il partito era al 26 per cento e quattro anni fa al 32. Il tutto è amplificato dal fatto che il movimento populista fondato da Trifonov, C’è un popolo come questo (ITN), è appaiato al 23,66 per cento delle preferenze: un exploit di oltre sei punti percentuali in soli tre mesi. Va anche tenuta presente l’affluenza, ferma al 38,7 per cento degli aventi diritto al voto: ad aprile si era invece recato alle urne un elettore bulgaro su due.
Nessuno dei due partiti potrà comunque governare in solitaria, con la maggioranza in Parlamento fissata a 121 deputati. Ecco che allora si dovrà andare in cerca di appoggio da parte delle forze minori, nella speranza che non si replichi il clima di immobilismo che ha portato alle elezioni anticipate. Oltre a ITN e GERB, sono altri quattro i partiti che saranno rappresentati all’Assemblea nazionale (la soglia di sbarramento è al 4 per cento): il Partito Socialista Bulgaro (BSP), che ha ottenuto il 13,63 per cento dei voti, la coalizione di centro-destra Bulgaria Democratica (12,55), il partito della minoranza turca Movimento per i diritti e le libertà (DPS), con 10,59 punti percentuali, e gli indipendenti di In piedi! Fuori la Mafia! (5,04).
Il testa a testa in Bulgaria per la formazione del nuovo governo è seguito con molto interesse anche oltre confine, in Macedonia del Nord. Quello che interessa a Skopje, nello specifico, è che si formi un governo stabile e con una visione più aperta nei confronti dell’allargamento UE al Paese vicino: in altre parole, che Sofia tolga il veto sui negoziati di adesione all’Unione Europea da parte della Macedonia del Nord. “Mi aspetto un Parlamento che funzioni e un governo politico che ci dia il via libera, sbloccando la nostra strada verso l’UE“, è stato l’augurio del primo ministro macedone, Zoran Zaev.