Bruxelles – Bisognerà attendere la prima metà del 2022 per i criteri sugli investimenti sostenibili per i quattro obiettivi ambientali ancora in sospeso nel regolamento sulla Tassonomia verde: uso sostenibile delle acque e delle risorse marine, transizione verso una economia circolare, riduzione dell’inquinamento e biodiversità. Quanto agli investimenti che riguardano energia nucleare, infrastrutture del gas e agricoltura, un atto delegato complementare dovrebbe arrivare dopo l’estate. Bruxelles è in leggero ritardo sulla tabella di marcia e lo certifica in un nuovo atto delegato sulla Finanza sostenibile pubblicato oggi (6 luglio), che impone alle società finanziarie e non finanziarie di fornire agli investitori le informazioni sulle prestazioni ambientali dei loro attivi e delle loro attività economiche.
Ad aprile, il collegio guidato da Ursula von der Leyen ha pubblicato un primo atto delegato riguardante le attività economiche da qualificare come un contributo alla mitigazione e all’adattamento ai cambiamenti climatici, ovvero i primi due dei sei obiettivi riconosciuti dalla Tassonomia. Da questa prima classificazione sono rimasti fuori i criteri di sostenibilità per gli investimenti che riguardano il gas e il nucleare, ma anche quelli riguardanti l’agricoltura in attesa di un accordo sulla futura Politica agricola comune (PAC, 2023-2027). Nella comunicazione adottata oggi, l’Esecutivo conferma che un atto delegato complementare sarà adottato più tardi nel 2021 sull’agricoltura e su alcuni settori energetici non ancora inclusi, gas e nucleare tra tutti. “La Commissione adotterà questo atto delegato complementare il più presto possibile dopo la fine del processo di revisione specifico nell’estate del 2021”, scrive l’Esecutivo, per cui ci si aspetta una nuova comunicazione dopo l’estate. La decisione era stata rimandata in modo da effettuare una valutazione separata di come “contribuiscano alla decarbonizzazione” per consentire un dibattito più “trasparente” sulle loro tecnologie. Per ora sembra che si tratterà di un altro atto delegato, anche se al vaglio c’era la possibilità di adottare la procedura legislativa ordinaria per una co-decisione tra Parlamento e Consiglio, per renderli parte del processo.
Per quanto riguarda la classificazione dei primi due obiettivi – che sono quelli più centrati sul clima – doveva in realtà essere stabilita entro la fine del 2020 per garantirne la piena applicazione entro la fine del 2021, ma come abbiamo detto l’UE è in ritardo di qualche mese sulla tabella di marcia. Questo farà slittare anche gli altri quattro atti delegati, per i quali bisognerà aspettare il primo semestre del 2022 (anche se dovevano essere pubblicati a fine 2021). In un atto delegato separato saranno quindi pubblicati nuovi criteri per i restanti quattro obiettivi ambientali previsti dal regolamento sulla tassonomia: inoltre acqua, economia circolare, prevenzione dell’inquinamento e biodiversità. Questi sei obiettivi servono a classificare un investimento come pienamente ‘verde’, che per essere definita tale un’attività deve contribuire in modo sostanziale a uno dei sei obiettivi ambientali citati e non danneggiare gli altri cinque. Con la tassonomia, Bruxelles spera mobilitare enormi somme di capitale (soprattutto privato) in attività che contribuiscano agli obiettivi climatici e ambientali dell’UE. Secondo le stime della Commissione, per raggiungere i nuovi obiettivi climatici per il 2030 (il taglio delle emissioni del 55% rispetto ai livelli del 1990) saranno necessari investimenti per 350 miliardi di euro extra all’anno, nel prossimo decennio.