Bruxelles – L’accordo c’è, ora serve la firma. È stata trovata nella serata di ieri (giovedì primo luglio) un’intesa tra 130 Paesi sulla tassa minima globale, a meno di un mese dal “passo storico” – come lo aveva definito il premier italiano, Mario Draghi – del vertice dei ministri delle Finanze del G7. La proposta statunitense di tassare le grandi aziende multinazionali con un aliquota minima del 15 per cento è stata appoggiata dopo lunghe trattative tra funzionari in seno all’OCSE, l’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (OCSE). In questo modo si apre la possibilità che un accordo di principio possa essere già firmato durante il vertice del G20 a Venezia, in programma tra l’8 e l’11 luglio.
La prospettiva di tassare i giganti dell’economia mondiale, in particolare le Big Tech come Apple, Microsoft, Google e Facebook, ha trovato il sostegno da parte delle più grandi economie al mondo, incluse Cina e India. Sul fronte dell’Unione Europea, il commissario europeo per l’Economia, Paolo Gentiloni, ha celebrato l’intesa come “un passo in avanti verso un’economia più giusta per i lavoratori e la classe media” e si è detto “fiducioso” sul fatto che il Gruppo dei Venti a Venezia “sosterrà questo accordo senza precedenti”.
Grande notizia. Nuove regole per le tasse globali. Più giustizia e meno paradisi fiscali. Ora l’intesa tecnica sarà sul tavolo del #G20 a Venezia https://t.co/1NWpWSrZkJ
— Paolo Gentiloni (@PaoloGentiloni) July 1, 2021
Se l’intesa si dimostrerà davvero matura, l’accordo si troverà in tempi rapidi. Questa almeno è l’aria che si respira a Bruxelles e lo dimostra il fatto che la mancata firma da parte di tre Paesi membri – Irlanda, Estonia e Ungheria – preoccupa fino a un certo punto. “Siamo fiduciosi che firmeranno l’accordo via via che i dettagli tecnici verranno sviluppati entro ottobre“, ha commentato oggi il portavoce della Commissione UE per le questioni finanziarie e fiscali, Daniel Ferrie, durante il briefing quotidiano con la stampa. L’intesa raggiunta ieri sera “apre la strada a una soluzione globale senza precedenti per portare equità e stabilità nel quadro fiscale internazionale”, ha aggiunto, prima di confermare che l’esecutivo UE si impegnerà “attivamente” perché si firmi un accordo di principio a Venezia e poi venga “rapidamente messo in pratica nell’Unione Europea”.
Tutti i membri del G20 hanno dato il proprio consenso alla tassa minima globale, che secondo le stime dell’OCSE dovrebbe generare circa 150 miliardi di euro all’anno di entrate fiscali, per sostenere le economie degli Stati colpiti dalla crisi post-COVID. Al contrario, tra i nove Paesi legati all’OCSE che non hanno sottoscritto l’accordo – oltre a Barbados, Saint Vincent e Grenadine, Nigeria, Kenya, Perù e Sri Lanka – ci sono anche i tre membri dell’Unione Europea, che dovranno chiarire la propria posizione nelle prossime settimane. In particolare lo dovrà fare Dublino, che con la sua tassazione al 12,5 per cento è considerato alla stregua di un paradiso fiscale in Europa e, non a caso, ha attratto colossi digitali come Facebook, Apple e Google.