Bruxelles – Colmare il divario digitale e l’assenza di infrastrutture di connessione nelle aree rurali per rendere queste ultime parte integrante della transizione ‘verde’ del Continente. Sono le principali priorità indicate nella nuova visione a lungo termine per le zone rurali dell’UE al 2040, pubblicata oggi (30 giugno) dalla Commissione UE, per rivitalizzare queste regioni che rappresentano oltre l’80 per cento della superficie totale dell’UE tra terreni agricoli, foreste e aree naturali e ospitano 137 milioni di persone, il 30 per cento della popolazione europea.
Eppure, sono principalmente aree dimenticate o “lasciate indietro”: popolazione sempre più anziana, alto rischio di povertà e mancanza di accesso alle strutture di base sono le sfide e le preoccupazioni a cui la Commissione vuole far fronte con questa visione a lungo termine, accompagnata da un piano d’azione rurale dell’UE con una serie di iniziative mirate e dall’idea di sottoscrivere un patto a livello europeo, nazionale, regionale e locale, per sostenere gli obiettivi condivisi della visione. Alla luce della pandemia da COVID la sfida è anche evitare riprese asimmetriche e garantire che tutti i territori europei abbiano gli strumenti necessari a riprendersi dalla crisi.
Anzi, proprio la ripresa dalla pandemia offre l’opportunità della doppia transizione verde e digitale per “esplorare tutto il loro potenziale”, spiega in conferenza stampa Dubravka Šuica, la vicepresidente per la Demografia e Democrazia. Responsabile per i lavori della Conferenza sul futuro dell’Europa, si affretta ad assicurare che il potenziale delle aree rurali del Continente sarà argomento da affrontare anche durante le prossime plenarie del forum di discussione sull’Europa del domani.
Nella visione a lungo termine si evidenziano quattro aree di intervento per realizzare aree rurali più forti, più connesse, più resilienti e più prospere entro il 2040. Più in concreto, il piano d’azione dettaglia una serie di misure faro da realizzare nei prossimi venti anni.
Focus sui collegamenti di trasporto sostenibili e la digitalizzazione di queste aree, per colmare il divario con le aree urbane. Secondo i dati forniti dalla Commissione, la distanza stradale media dai servizi essenziali è molto più breve nelle aree urbane rispetto alle aree rurali, così come solo il 60 per cento delle famiglie nelle aree rurali ha accesso alla banda larga veloce, rispetto all’86 per cento della popolazione dell’UE nel suo insieme. La sfida per la digitalizzazione delle aree rurali dovrebbe implicare una diffusione rapida della banda larga europea, comprese le aree rurali e quelle scarsamente popolate e più in generale promuovere l’innovazione digitale e l’uso di nuove tecnologie.
Sul fronte ambientale, l’UE mira a sostenere i comuni rurali nella transizione energetica e nella lotta ai cambiamenti climatici, ad esempio sfruttandone il potenziale per mettere in pratica migliori pratiche agricole che aiutino con la cattura delle emissioni. Tra le misure su cui potrebbero riversarsi gli investimenti, la creazione di pozzi di assorbimento del carbonio investendo nella riumidificazione delle zone umide e delle torbiere (perché consentono l’assorbimento di CO2). In questo – ha sottolineato il commissario per l’Agricoltura Janusz Wojciechowski – saranno centrali i fondi della politica agricola comune (PAC), ma non solo quelli. “Serve un approccio olistico con tutti i fondi europei che possono sostenere lo sviluppo dei territori agricoli”.
Ed è per questo che la visione a lungo termine prevede delle “verifiche rurali” per riesaminare tutte le altre politiche dell’UE per individuare come possono contribuire allo sviluppo dell’occupazione, la crescita e lo sviluppo sostenibile in ambito rurale. Per garantire innovazione sociale, sarà istituita una piattaforma di “rivitalizzazione rurale” come uno sportello unico per la collaborazione delle comunità rurali, dei titolari di progetti rurali e delle autorità locali. Le iniziative rimangono su un piano molto teorico, ma essendo una visione a lungo termine saranno dettagliate nei prossimi mesi con azioni più concrete. Insieme alle verifiche rurali, in Commissione Europea sarà istituito un Osservatorio rurale per migliorare ulteriormente la raccolta e l’analisi dei dati sulle zone rurali.
La visione a lungo termine pubblicata oggi è frutto di alcune consultazioni pubbliche lanciate dalla Commissione tra settembre e dicembre 2020 ai cittadini per sentire la loro opinione su come dovrebbero essere le aree rurali del future. Infrastrutture e collegamenti di trasporto, come anche l’accesso ai servizi e alle attrezzature di base come acqua, elettricità, banche e uffici postali è quanto emerso come prioritario dai contributi all’ultima consultazione pubblica pubblicata lunedì 28 giugno dalla Commissione europea, in cui il 44 per cento degli intervistati (in tutto 25.841 intervistati in 27 Stati membri) ha indicato che le infrastrutture sono la necessità più urgente da realizzare per le aree rurali.
CEJA e Rural Youth Europe, le due principali organizzazioni europee che rappresentano la gioventù rurale e i giovani agricoltori, hanno accolto la visione dell’UE. “La visione a lungo termine prende una posizione chiara a favore della creazione di nuove opportunità economiche nelle aree rurali e consente ai giovani imprenditori come noi di realizzare i loro progetti, ad esempio sollevando ostacoli alla terra accesso e sostegno alla conoscenza e all’innovazione”, ha commentato la neoeletta presidente del CEJA, Diana Lenzi.