Bruxelles – Via le gabbie dagli allevamenti in Unione Europea. La Commissione UE dà voce alle richieste dei cittadini europei ed entro il 2023 presenterà una proposta legislativa per vietare le gabbie per una serie di animali da allevamento (galline ovaiole, scrofe e vitelli) possibilmente dal 2027. La tabella di marcia è definita nella comunicazione pubblicata oggi (30 giugno) in risposta a ‘End the Cage Age’, l’iniziativa dei cittadini europei promossa da Compassion in World Farming (Ciwf) e firmata da quasi 1,4 milioni di persone nell’UE per chiedere all’UE di agire.
Nella risposta, Bruxelles prevede di realizzare una valutazione dell’impatto socio-economico e ambientale prima di vietare l’uso delle gabbie e soprattutto di individuare misure di sostegno economico agli allevatori, per accompagnarli nella transizione. Sarà soprattutto la nuova politica agricola comune (PAC) a fornire sostegno finanziario – attraverso gli eco-schemi, precisa la Commissione – per aiutare gli agricoltori a dotarsi di strutture di allevamento più rispettose degli animali.
Nello specifico l’iniziativa chiedeva di passare negli allevamenti europei a sistemi alternativi e tipici degli allevamenti biologici che garantiscano “più libertà” per gli animali costretti a starci dentro. Alla Commissione Europea si chiede di aggiornare la vecchissima Direttiva del 1998 /58 sugli animali da allevamento per includere il divieto. Insieme alle galline ovaiole, le scrofe e i vitelli, per i conigli, pollastre, galline ovaiole riproduttrici, polli da carne riproduttori, quaglie, anatre e oche la Commissione ha già chiesto all’EFSA (Autorità europea per la sicurezza alimentare) di integrare i dati scientifici esistenti per determinare le condizioni necessarie per vietare le gabbie. Quindi il divieto dovrebbe essere esteso anche a queste specie.
Nel quadro della strategia Farm to Fork (dal campo alla tavola) – la strategia di filiera agroalimentare pubblicata a marzo 2020 – la Commissione sta già rivendendo la normativa europea che riguarda il benessere degli animali anche per quanto riguarda il trasporto e l’allevamento. Nell’ottica di un approccio ‘one health’ (Una Salute), l’idea è quella di collegare benessere animale, umano e ambientale come se fossero l’una dipendente dall’altra.
“Migliorare il benessere animale migliora anche la nostra sicurezza alimentare”, spiega in conferenza stampa la commissaria europea per la Salute e la Sicurezza alimentare, Stella Kyriakides, parlando di una giornata “storica per il benessere animale in Europa”. Era stata proprio la commissaria cipriota di fronte al Parlamento europeo lo scorso 15 aprile a promettere agli organizzatori dell’iniziativa che la Commissione l’avrebbe tradotta in legge entro il 2023. “Come dimostra il successo di questa iniziativa, il contributo dei cittadini può fare davvero la differenza, portando a proposte legislative concrete da parte della Commissione”, ha aggiunto la commissaria europea per i Valori e la Trasparenza, Vera Jourova. “Abbiamo ascoltato e risponderemo alle preoccupazioni di milioni di persone sulle condizioni di vita degli animali da allevamento. Il mio messaggio ai cittadini dell’UE è semplice: l’iniziativa dei cittadini europei è uno strumento a vostra disposizione, non esitate ad usarlo”.
Il risultato era molto atteso, l’iniziativa ha avuto molto seguito e ha raccolto firme in ben 18 Stati membri su 27 (ne bastano 7 per far passare una iniziativa dei cittadini, con almeno un milione di firme). Segno che l’argomento è molto sentito ed è stato fatto proprio anche dall’Europarlamento che ha approvato il 10 giugno la sua posizione in una risoluzione a prima firma dell’eurodeputato e presidente della commissione AGRI Norbert Lins. Gli eurodeputati hanno stimato circa l’85 per cento dei conigli in Europa allevato in gabbie non attrezzate e il 9 per cento in gabbie modificate, mentre nel 2019 circa il 50 per cento delle galline ovaiole nell’UE è stato allevato in gabbie modificate, con percentuali notevolmente più elevate nella maggior parte degli Stati membri dell’Europa orientale, centrale e meridionale. Quanto ai suini, contano che la “stragrande maggioranza delle scrofe è tenuta in gabbia durante alcune fasi del ciclo riproduttivo”. Per l’Unione Europea è ora di dire basta.
Esulta Eleonora Evi, dei Verdi europei, che accoglie l’annuncio come “una pietra miliare nella lotta per il riconoscimento dei diritti degli animali e per l’abolizione di pratiche aberranti di allevamento intensivo”. Adesso, promette, “vigileremo affinché la proposta della Commissione sia all’altezza delle nostre aspettative e preveda un divieto all’uso delle gabbie per tutti gli animali da allevamento entro e non oltre il 2027, contrastando i tentativi di parte dell’industria e dei loro referenti politici volti a ritardare la transizione verso un’agricoltura più umana”.
Soddisfatti anche Mario Furore e Dino Giarrusso. “Quella che è una delle prime battaglie del Movimento 5 Stelle al Parlamento europeo diventa realtà ed è un passo in avanti fondamentale per il benessere animale e la sicurezza alimentare. Con il sì della Commissione europea all’iniziativa dei cittadini europei, oggi la democrazia diretta vince in tutta Europa”.