Bruxelles – Prima che la pandemia COVID-19 colpisse il settore turistico, le piattaforme online di viaggio avevano il vento in poppa. Nel 2019, sul territorio dell’Unione Europea ogni giorno circa 1,5 milioni di persone hanno occupato alloggi a breve termine attraverso Airbnb, Booking, Expedia Group o Tripadvisor. È quanto emerge dai dati Eurostat pubblicati oggi (martedì 29 giugno), i primi nell’ambito dell’accordo firmato lo scorso anno dalla Commissione Europea con le quattro piattaforme digitali. “Un canale precedentemente inesplorato”, sottolineano l’istituto di statistica europeo e l’esecutivo comunitario. Per questo paragoni non sono ancora possibili. I dati relativi al 2020 saranno disponibili dopo l’estate, e quelli della prima parte del 2021 in autunno. Intanto però si inizia a mappare il comportamento degli europei.
Per quanto riguarda le informazioni-chiave sui soggiorni di breve durata attraverso le piattaforme, nell’ultimo anno pre-pandemia sono state 554 milioni le prenotazioni nell’UE, per un aumento del 14 per cento del numero di notti trascorse rispetto al 2018. L’Italia è al terzo posto nella classifica dei Paesi europei più popolari, con 83 milioni di pernottamenti nel 2019, dietro a Spagna (112 milioni) e Francia (109 milioni). Le principali destinazioni sono state le aree urbane di Parigi (più di 41 mila alloggi di media a notte), Barcellona (31 mila) e Roma (28 mila pernottamenti al giorno, ovvero 10,4 milioni in totale).
Di tutte le prenotazioni sulle piattaforme online di viaggio, la metà si sono concentrate nelle 20 regioni più frequentate. Anche in questo caso è un dominio franco-italo-iberico: sei regioni si trovano in Spagna (con l’Andalusia che ha contato 26 milioni di prenotazioni in un anno e la Catalogna 21 milioni), cinque in Francia e cinque in Italia. Si tratta di Lazio (11,6 milioni), Toscana (11,5), Lombardia (10,1), Veneto (8,3) e Sicilia (7,4). La fascia adriatica della Croazia si posiziona però al secondo posto, con quasi 70 mila alloggi prenotati a notte (24,5 milioni nel 2019).
La tendenza è stata quella di un turismo internazionale, dal momento in cui solo un pernottamento su tre (182 milioni, il 33 per cento) è stato effettuato da un cittadino dello stesso Stato membro UE in cui si è registrata la prenotazione. Sul fronte della stagionalità del turismo, a conferma delle tendenze riscontrabili anche in altri contesti (hotel, case in affitto a medio/lungo termine, campeggi), i picchi sono stati osservati nei mesi estivi: il 55 per cento dei soggiorni sono avvenuti a luglio (36 per cento) e agosto (19 per cento), con il turismo domestico al suo apice verso la metà di agosto.
“Questa collaborazione è un’importante fonte di informazioni per le autorità pubbliche europee”, ha commentato il commissario per l’Economia, Paolo Gentiloni. “Possono contribuire a una migliore definizione delle politiche europee, proteggendo al contempo le informazioni personali”. Visione sposata da Thierry Breton, commissario per il Mercato interno: “Entro il 2030, l’Europa dovrebbe essere una destinazione di alta qualità”, conosciuta “a livello globale” sia per “la sua offerta sostenibile“, sia per “attirare viaggiatori responsabili e attenti all’ambiente”.
Le statistiche diffuse oggi da Eurostat coprono i dati nazionali, regionali e municipali che sono stati messi a disposizione da Airbnb, Booking, Expedia Group e Tripadvisor. Le informazioni per il 2020 saranno disponibili entro questo autunno, seguite a stretto giro da quelle relative ai primi mesi del 2021.