Bruxelles – L’Ungheria è uno Stato membro dell’UE e tale deve restare. Emmanuel Macron di ‘Ungrexit’ proprio non vuole sentire parlare. Non difende il governo e la sua legge anti-omosessualità, ma ragiona sulla tenuta e sulla credibilità del progetto europeo. Il presidente francese non ritiene strategica né sostenibile la cacciata degli ungheresi, e lo dice in modo chiaro e netto nel corso della tradizionale conferenza di fine vertice del Consiglio europeo. “Se ogni volta che c’è un problema si esclude qualcuno l’Unione non funziona”. Ecco perché “sono contrario al ricorso dell’articolo 50“.
L’idea che arriva dalla Francia è allora l‘attivazione della macchina di contro-propaganda. “Dobbiamo lavorare con il sistema politico, d’informazione, con le organizzazioni sociali e gli intellettuali in questi Paesi, per educare” ai valori dell’UE. E occorre iniziare subito.
“Questo non è un problema ungherese, questo è un problema esistenziale dell’Europa tutta“, avverte l’inquilino dell’Eliseo. “Oggi abbiamo dirigenti democraticamente eletti e sostenuti dai loro popoli che prendono decisioni che contravvengono ai valori fondamentali dell’Europa”. Orban deve dunque restare per essere catechizzato, sempre che l’ungherese non finisca per tenere costantemente sotto scacco l’UE. Macron ritiene che non sarà così, ma invita a darsi da fare. “Bisogna dimostrare alla società civile che è una regressione terribile, e che non si può costruire una società felice ed europea se si va in quella direzione” indicata dalla maggioranza al potere in Ungheria. “Bisogna essere duri con la classe dirigente e convincenti con i popoli”.
Hungary has 10 million citizens. That's 10 million reasons for Hungary to be & remain in the EU.
Our EU is based on democratic values which include, in particular, the protection of minorities against discrimination.
We must work every day to ensure that our democracies live. pic.twitter.com/Irz5lv3eod
— Ursula von der Leyen (@vonderleyen) June 25, 2021
Proprio ai popoli pensa Ursula von der Leyen quando prende le distanze da Orban e le difese degli ungheresi. La presidente della Commissione sposa la linea dura, della procedura d’infrazione, ma non quella dell’addio allo Stato membro dell’est: “I dieci milioni di cittadini ungheresi sono dieci milioni di buoni motivi perché l’Ungheria rimanga nell’Unione europea“.