Bruxelles – Stati Uniti e Unione Europea stanno rafforzando l’impegno per trovare un terreno comune su cui stabilire standard e regole comuni per la competizione nell’ambito tecnologico e digitale. Un’intesa che si sta saldando giorno dopo giorno, come dimostrato dalla recente visita del presidente Joe Biden a Bruxelles, e che in più occasioni sta assumendo i tratti di una luna di miele tra il gabinetto von der Leyen e l’amministrazione Biden. Così è stata anche la conversazione tenutasi ieri (giovedì 24 giugno) tra la vicepresidente della Commissione UE per il Digitale e commissaria per la Concorrenza, Margrethe Vestager, e la segretaria per il Commercio degli Stati Uniti, Gina Raimondo.
Ospiti dell’evento “Confronting Bias: A Path Toward Transatlantic Cooperation on AI Policy”, organizzato dal Business Software Alliance (BSA), l’associazione internazionale che che si occupa di promuovere l’industria globale del software, la commissaria europea e la segretaria statunitense si sono confrontate sulla necessità di affrontare i rischi di bias (distorsione della valutazione causata dal pregiudizio) nella sfera dell’intelligenza artificiale. Perché, come sottolineato dalla presidente di BSA, Victoria Espinel, nel suo discorso introduttivo, “anche se le nuove tecnologie sbloccano l’innovazione e la crescita economica, corrono il rischio di rispecchiare e perpetuare modelli esistenti di disuguaglianza e discriminazione“.
Secondo la vicepresidente Vestager, “queste discussioni dimostrano il significato dei nostri valori e quale posto occupa il confronto con i partner”. Un confronto che poggia sull’approccio adottato dalle istituzioni europee nello sviluppo delle applicazioni di IA e basato proprio sul rischio: “La nostra missione è creare una fiducia solida nella società, per questo bisogna parlarne senza tabù e stabilire regole chiare”. Gli esempi di intervento sono già sul tavolo e vanno dal rischio di discriminazione di genere o di etnia negli algoritmi alle pratiche di punteggio sociale (sistemi che premiano o penalizzano i singoli cittadini rispetto ai comportamenti rilevati da strumenti tecnologici). “Non possiamo tollerarli”, ha attaccato Vestager, “ma dobbiamo sapere dove e come intervenire già alla radice”.
Totalmente allineata a questa visione di principio anche la segretaria per il Commercio statunitense Raimondo: “Le promesse dell’intelligenza artificiale sono straordinarie, ma i pericoli che esistono devono essere affrontati usando un approccio basato sul rischio“. Un sviluppo delle applicazioni dell’IA in questo senso “porterà a sicurezza, fiducia, uguaglianza, privacy e rispetto della proprietà intellettuale”, ma allo stesso tempo “creerà un ambiente florido per l’innovazione“.
Da qui si può impostare il dialogo con il mondo dell’industria, “un partner fondamentale” a cui è richiesto un impegno “non solo per stimolare l’innovazione e la creazione di posti di lavoro, ma anche per individuare i rischi di discriminazione all’origine”. La creazione di un mercato “sicuro e giusto, in cui non vengano più riprodotti i bias culturali presenti nella società attuale”, è il punto focale anche del discorso della vicepresidente Vestager: “È fondamentale mettere insieme una comunità di esperti e parti sociali interessate, perché la tecnologia è ovunque e tutti possono contribuire perché le discriminazioni non siano replicate e amplificate dalla tecnologia”.
Passando alla collaborazione diretta tra Bruxelles e Washington, Vestager e Raimondo hanno sottolineato l’importanza dell’istituzione del Consiglio per il commercio e la tecnologia (TCC) come uno dei risultati più importanti del confronto dello scorso 15 giugno tra le due parti. “È stata la dimostrazione di quanto possiamo stringere i rapporti quando ci incontriamo e di quanto siamo fortemente impegnati tra noi“, si è rallegrata la vicepresidente della Commissione. “Nonostante alcune differenze di approccio allo sviluppo della tecnologia, sono molti gli ambiti su cui possiamo stabilire una linea comune“, dalla sicurezza informatica, alla catena di distribuzione delle componenti base, fino agli standard di esportazione. “È un messaggio forte che lanciamo come partner, in uno scenario geopolitico complesso”.
“Non potrei essere più d’accordo su quanto sia stato producente l’incontro”, le ha fatto eco la segretaria per il Commercio statunitense. Grazie all’istituzione del Consiglio per il commercio e la tecnologia “possiamo muoverci velocemente per identificare gli obiettivi su cui iniziare a lavorare già da ora”. Anche l’intelligenza artificiale rientrerà tra i temi da affrontare insieme ed è “vitale” che Stati Uniti e Unione Europea condividano “l’impegno per la privacy, la sicurezza, i valori democratici e la lotta alla discriminazione“. La sfida maggiore, sulle due sponde dell’Atlantico, è quella di “porre regole chiare sulle tecnologie emergenti a tutela dei cittadini, senza frenare l’innovazione in questo settore”, ha concluso l’intervento Raimondo.