Bruxelles – Intensificare lo sforzo globale di vaccinazione, per vaccinare il 70 per cento della popolazione mondiale serviranno almeno 11 miliardi di dosi di vaccini. E’ questo l’imperativo internazionale su cui richiama l’attenzione Antonio Guterres, Segretario Generale delle Nazioni Unite, nel suo intervento solenne alla mini-plenaria del Parlamento europeo in corso a Bruxelles (23-34 giugno), sostenendo la necessità di un piano vaccinale globale perché “senza sforzo globale, non saremo in grado di superare il COVID”.
E’ lunga la standing ovation da parte di alcuni deputati che accompagna la conclusione del discorso di Guterres, il quale ha posto l’accento sul fatto che non solo i vaccini contro il Covid-19 sono “la soluzione” per la crisi, ma devono essere considerati anche un “bene pubblico globale, disponibile e accessibile a tutti”. La distribuzione dei vaccini è essenziale non solo da un punto di vista etico, ma perché se il virus continua a mutare in nuove varianti “nessuno sarà al sicuro se non lo saranno tutti”. Ricorda che la maggior parte dei Paesi africani di questo passo raggiungerà solo il 10 per cento della popolazione vaccinata a settembre”, per raggiungere il 70 per cento della popolazione totale “dobbiamo incrementare gli sforzi”. “Serviranno 11 miliardi di dosi di vaccino” ai Paesi a basso e medio reddito, non un miliardo come attualmente condiviso tramite COVAX, lo strumento di distribuzione di dosi di vaccino creato sotto l’egida ONU a cui partecipa anche l’Unione Europea.
“Siamo a un bivio”, sottolinea Guterres: “ora la situazione può andare in senso positivo o collassare. La pandemia ha rivelato la nostra fragilità e necessità di azioni collettive e condivise. La sfida è quella di usare questa crisi come opportunità per migliorare il futuro. Questa sarà la priorità per il mio secondo mandato”, dice in riferimento al fatto che è stato di recente eletto per un secondo mandato da gennaio 2022 al 2026. Il superamento della crisi non passa solo attraverso la questione sanitaria, ma bisogna fare leva anche sulla ripresa economica. “Il COVID ha amplificato le disuguaglianze, i Paesi in via di sviluppo devono avere accesso alla liquidità” e quindi l’ONU sostiene la creazione di un “meccanismo mondiale per la trasparenza e la sostenibilità del debito”, che dovrebbe continuare a essere sospeso “se necessario” per i Paesi in via di sviluppo.
Multilateralismo, clima, sviluppo ma soprattutto ripresa dalla pandemia COVID. Questi i temi sul tavolo della discussione di Guterres con i Ventisette. Il Segretario Generale si pronuncia anche sul clima e cambiamenti climatici, mentre l’Aula di Bruxelles è chiamata a esprimersi in via definitiva sulla Legge Ue sul clima. “L’Unione Europea è pioniera in materia di clima”, volendo fissare come obiettivo al 2030 la riduzione delle emissioni di gas serra del 55 per cento rispetto ai livelli del 1990. L’appuntamento a Glasgow (Scozia) a novembre per la COP26 sul clima (la conferenza della Nazioni Unite che riunisce governi e parti interessate) “sarà un successo solo se i Paesi assumeranno impegni altrettanto ambiziosi”.
Guterres è a Bruxelles e parteciperà anche al vertice dei capi di stato e governo (24-25 giugno) per rafforzare il partenariato dell’ONU con l’UE e pensare a una nuova agenda globale condivisa. “Viviamo un momento in cui il partenariato strategico tra Ue e Nazioni Unite è più importante che mai”, ha riconosciuto in apertura al suo intervento, parlando della necessità di un multilateralismo inclusivo. “Ci serve un multilateralismo più forte e inclusivo, per affrontare le sfide e le fragilità del nostro tempo: le disuguaglianze, la questione climatica, la crisi. Ci serve una Unione Europea forte e unita”, ha aggiunto Guterres prima di entrare al vertice europeo, al fianco del presidente del Consiglio, Charles Michel. UE e ONU “condividono lo stesso Dna. Siamo assolutamente convinti che l’approccio multilaterale sia necessario per risolvere in modo duraturo le difficoltà che il mondo affronta. Una Onu forte, un’Ue forte, sono un bene per il mondo, e lo rendono più giusto e forte”, ha aggiunto il capo del Consiglio europeo.
Dopo l’intervento in plenaria, Guterres ha risposto a un paio di domande in conferenza stampa insieme al presidente dell’Europarlamento, David Sassoli. In particolare, parlando di gestione dei flussi migratori – uno dei temi caldi sul tavolo del Summit europeo – richiama l’Unione Europea a mostrarsi “unita”, dal momento che un “Paese non può da solo. I capi di governo e di Stato dovrebbero concentrarsi sulla dimensione esterna del fenomeno, la condizione dei Paesi da cui le persone sono spinti a fuggire: per far sì “che la migrazione sia una scelta e non diventi solo una necessità”.