Bruxelles – “Questa legge ungherese è una vergogna”. Ursula von der Leyen censura senza appello l’iniziativa della maggioranza ungherese per la proposta di legge che intende vietare tra l’altro, di discutere dell’argomento ‘orientamento sessuale’ tra i minorenni. La presidente della Commissione europea sceglie un fuori programma. In occasione del punto stampa congiunto con il primo ministro belga per l’approvazione del piano di rilancio del regno, decide di spendere parole, dure, sullo Stato membro dell’est.
“Questo disegno di legge discrimina chiaramente le persone in base al loro orientamento sessuale”, continua von der Leyen. “Va contro i valori fondamentali dell’Unione europea”. Per essere certa di essere compresa e chiara, fa l’elenco. Il disegno di legge viola “dignità umana, uguaglianza e rispetto dei diritti umani”. Per questo promette battaglia. “Userò tutti i poteri della Commissione per garantire che i diritti di tutti i cittadini dell’UE siano garantiti, chiunque siano e dovunque vivano all’interno dell’Unione europea”, garantisce.
La condanna della presidente dell’esecutivo comunitario arriva dopo che metà degli Stati membri hanno sostenuto una dichiarazione di censura contro le politiche anti-LGBT promosse in Ungheria. Presentato da Belgio, Paesi Bassi e Lussemburgo riceve approvazione e condivisione di Danimarca, Estonia, Finlandia, Francia, Germania, Irlanda, Lettonia, Lituania, Spagna, Svezia e, alla fine, anche dall’Italia.
Il Portogallo, con la presidenza di turno, spiega con gli obblighi istituzionali la sua assenza trai firmatari. Ana Paula Zacarias, responsabile per gli Affari europei dell’esecutivo di Lisbona, ricorda che “detenere la presidenza di turno del Consiglio dell’Ue impone un ruolo di imparzialità, ma se fosse stato per me l’avrei firmata”. Adesso è guerra aperta con Ungheria, che risponde con un comunicato ufficiale di governo al veleno.
“E’ la dichiarazione della presidente della Commissione europea che è una vergogna, perché si basa su false accuse”, la replica dell’esecutivo di Budapest. “Il disegno di legge ungherese di recente adozione tutela i diritti dei bambini, garantisce i diritti dei genitori e non si applica ai diritti di orientamento sessuale delle persone di età superiore ai 18 anni, quindi non contiene elementi discriminatori”.
Si difende il provvedimento anche dal punto di vista giuridico. Rispetterebbe la Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea, ed in particolare laddove si riconosce “la libertà di fondare istituti di istruzione nel rispetto dei principi democratici e il diritto dei genitori di assicurare l’educazione e l’insegnamento dei propri figli in conformità con le proprie convinzioni religiose, filosofiche e pedagogiche, in conformità con le leggi nazionali che disciplinano l’esercizio di tale libertà e giusto”.
Mentre la bufera con Budapest non si placa, a Bruxelles si svolge la visita di Giorgia Meloni. La presidente dei Conservatori di ERC e di Fratelli d’Italia, incontra oggi a cena Viktor Orban e domani il primo ministro polacco Mateusz Morawiecki. “Non ho avuto il tempo di leggere la legge ungherese” ritenuta da 17 Paesi Ue discriminatoria delle persone Lgbt, ha detto, ma “ascolterò il punto di vista del presidente Orban”.