Bruxelles – Si sta delineando la strategia della Commissione Europea per reagire al numero crescente di attacchi e incidenti informatici sul suolo comunitario. Oggi (mercoledì 23 giugno), il gabinetto von der Leyen ha annunciato la proposta del lancio della Joint Cyber Unit, una nuova unità cibernetica comune per rispondere alle minacce informatiche che incidono sui servizi pubblici, sulle imprese e sulla vita dei cittadini europei. “Nel 2020 abbiamo registrato 756 incidenti, per un aumento del 75 per cento rispetto all’anno precedente”, ha spiegato il commissario per il Mercato interno, Thierry Breton, presentando l’iniziativa. “E non si fermerà qui, perché i nemici nel mondo cyber sono ben organizzati e sanno dove colpire”.
Se ormai “tutti i cittadini devono essere preparati” ad affrontare queste minacce, è responsabilità delle istituzioni mettere la società al sicuro. In questo senso si configura la squadra di esperti che dovrebbe essere coordinata dall’Agenzia europea per la sicurezza informatica (ENISA), in collaborazione con “tutti i soggetti interessati nell’UE”. L’obiettivo è quello di “rispondere collettivamente e scambiare informazioni pertinenti”, ha avvisato il commissario Breton.
Il “braccio operativo dello European Cyber Shield“, come lo ha definito Breton, “dovrà identificare l’origine e la natura dell’attacco e coordinare il sostegno operativo, là dove l’incidente ha avuto luogo”. Fungerà da piattaforma per garantire una risposta coordinata dell’Unione Europea a crisi su larga scala e per offrire assistenza per la ripresa dagli attacchi sul piano online. Ai partecipanti verrà chiesto di fornire risorse operative per l’assistenza reciproca e di condividere migliori pratiche e informazioni in tempo reale sulle minacce che potrebbero emergere nelle rispettive aree. “Attraverso la Joint Cyber Unit ci sarà uno spazio comune per lavorare insieme tra comunità e settori diversi” a partire dal 30 giugno 2022, almeno nelle intenzioni della Commissione Europea. Dopo un anno di fase operativa, la squadra di esperti dovrebbe essere “pienamente istituita” entro un anno.
“Ci eravamo impegnati a non lasciare nulla indietro, sul fronte della sicurezza“, ha rivendicato il vicepresidente della Commissione UE per la Promozione dello stile di vita europeo, Margaritis Schinas. “I recenti attacchi ransomware dovrebbero servire da avvertimento sul fatto che le minacce online continuano a evolvere in maniera esponenziale” ed è per questo che “dobbiamo unire tutte le risorse per migliorare la nostra capacità operativa e costruire un mondo digitale affidabile e sicuro”. La Joint Cyber Unit è un primo passo in questa direzione, che permetterà alle istituzioni, alle agenzie UE e agli Stati membri di costruire una “piattaforma europea di solidarietà e assistenza“.
Nell’ambito della proposta sulla nuova unità cibernetica comune, la Commissione Europea ha anche riferito sui progressi compiuti nell’ambito della strategia per l’Unione della sicurezza. Da rilevare, negli ultimi sei mesi, l’entrata in vigore di norme che obbligheranno le piattaforme online a rimuovere i contenuti terroristici segnalati dalle autorità degli Stati membri entro un’ora, ma anche la proposta di una legge sui servizi digitali, che prevede norme armonizzate per la rimozione di beni, servizi o contenuti illegali online. Inoltre, Parlamento e Consiglio dell’UE hanno concordato una legislazione temporanea sull’individuazione di abusi sessuali sui minori online.