Bruxelles – Sono venti le organizzazioni ambientaliste e della società civile di tutta Europa a chiedere all’Unione Europea l’eliminazione graduale del gas fossile entro il 2035, con lo stop immediato ai sussidi per il gas fossile e la mobilitazione di fondi pubblici per aiutare le persone e le imprese alla transizione.
Le venti associazioni verdi – tra cui Legambiente, WWF, Climate Action Network (CAN) Europe – hanno firmato ieri (17 giugno) un manifesto , che si compone di sette punti, per contrastare quella che definiscono una “narrativa” dell’industria che vede il gas naturale come necessario come fonte energetica di transizione per la decarbonizzazione, soprattutto nei Paesi che stanno abbandonando gradualmente il carbone. Una linea che viene difesa anche dalla Commissione europea, che si appresta a pubblicare il prossimo 14 luglio le prime proposte legislative per il pacchetto Fit for 55. La visione delle organizzazioni è molto diversa: il gas è comunque un combustibile fossile, che emette sia anidride carbonica che metano, che l’Unione Europea dovrebbe smettere di finanziare.
“L’immensa minaccia che il gas fossile crea per la nostra gente e il nostro pianeta è ovvia. Con soluzioni sempre più disponibili e meno costose per sostituirlo, il messaggio delle organizzazioni e delle reti della società civile è chiaro. Non rimarremo in silenzio sull’eliminazione graduale del gas fossile entro il 2035 e sull’accelerazione dei progressi verso un sistema di energia rinnovabile al 100%”, ha detto Esther Bollendorff, Senior Gas Policy Coordinator presso Climate Action Network Europe. Per il gruppo, solo l’idrogeno rinnovabile al 100 per cento – prodotto da elettrolisi dell’acqua – può svolgere un ruolo in alcuni settori di nicchia in cui la domanda deve essere valutata attentamente per evitare la produzione non necessaria o la costruzione di nuove infrastrutture.
“La miscelazione dell’idrogeno nella miscela di gas fossili non deve essere supportata in quanto non riduce significativamente le emissioni di gas serra, ha un impatto sulla qualità del gas e aumenta i costi per i consumatori”. Il riferimento è al fatto che appena una settimana fa i ministri europei per l’Energia hanno acconsentito sulla revisione delle reti transfrontaliere dell’energia a un periodo transitorio fino al 31 dicembre 2029 in cui le infrastrutture per il gas esistenti che sono state adeguate potranno essere usate per trasportare o stoccare una miscela di idrogeno con gas naturale o biometano (il cosiddetto blending gas).