Bruxelles – Il tribunale di primo grado di Bruxelles ha ordinato oggi (18 giugno) ad AstraZeneca di consegnare ulteriori 50 milioni di dosi di vaccino all’UE e Stati membri entro il 27 settembre 2021, secondo un programma vincolante: 15 milioni di dosi entro il 26 luglio; 20 milioni di dosi entro il 23 agosto; 15 milioni di dosi al 27 settembre. In caso di mancato rispetto di tali termini di consegna AstraZeneca dovrà pagare una penale di 10 euro per ogni dose non consegnata al blocco.
E’ quanto afferma la sentenza del Tribunale di prima istanza di Bruxelles sul contenzioso in corso tra Commissione Europea e la società farmaceutica anglo-svedese sulla mancata consegna delle dosi di vaccino. L’azienda anglo-svedese si è impegnata nel contratto a fare del suo meglio per consegnare all’UE 300 milioni di dosi entro la fine di giugno, ma problemi di produzione hanno portato l’azienda farmaceutica a rivedere al ribasso il suo obiettivo a 100 milioni di dosi di vaccini. I tagli alle forniture hanno ritardato la campagna di vaccinazione dell’UE nel primo trimestre dell’anno, portando la Commissione a intentare una causa per ottenere almeno 120 milioni di dosi entro la fine di giugno. Cosa che non è riuscita a ottenere.
La Commissione accoglie la sentenza con favore, sottolineando che la decisione ha riconosciuto che AstraZeneca ha commesso una “grave violazione” (“faute lourde”) dei suoi obblighi contrattuali con l’UE. In particolare, spiegano fonti europee, la Corte ha riconosciuto che AstraZeneca avrebbe dovuto dispiegare tutti i suoi sforzi per consegnare i vaccini entro il calendario concordato, usando anche i siti di produzione britannici esplicitamente menzionati nel contratto. In particolare, proseguono fonti, è il sito britannico di Oxford Medical che avrebbe dovuto essere utilizzato per le dosi da consegnare in Europa ed è il motivo per cui il contratto con l’UE sarebbe stato violato da AstraZeneca.
La Commissione ritiene questa sentenza una vittoria di principio, perché riconosce di fatto una violazione del contratto dandole ragione. La presidente Ursula von der Leyen ha scritto che “questa decisione conferma la posizione della Commissione: AstraZeneca non ha mantenuto gli impegni assunti nel contratto. È bello vedere che un giudice indipendente lo conferma”. “Questo dimostra che la nostra campagna di vaccinazione europea non solo offre risultati quotidiani per i nostri cittadini. Dimostra anche che è stato fondato su una solida base giuridica”. Ma la vittoria è di principio e di misura se si pensa al contratto stipulato con la farmaceutica: 30 milioni di dosi sono già state consegnate all’UE fino a marzo e ne sono state ordinate altre 50 milioni per arrivare a 80 milioni entro settembre. Secondo i dati della società farmaceutica, 70 milioni di dosi sono già state consegnate all’UE e dunque è sicura di riuscire a completare l’ordine del Tribunale entro settembre. Ma si tratta comunque di 80 milioni di dosi su 300 milioni totali che l’UE aveva pre-ordinato ad agosto dell’anno scorso.
Come la Commissione, anche AstraZeneca esulta in una nota anche se per ragioni diverse. Secondo la versione di AstraZeneca la sentenza ha anche riconosciuto che le difficoltà incontrate dal gruppo in questa situazione senza precedenti hanno avuto un impatto sostanziale sul ritardo. L’azienda – si legge in una nota – “rimane impegnata in un’ampia ed equa distribuzione del vaccino, come stabilito nell’Advanced Purchase Agreement dell’agosto 2020”. Resta convinta di aver “rispettato pienamente l’accordo con la Commissione europea e continueremo a concentrarci sul compito urgente di fornire un vaccino efficace, che stiamo consegnando senza alcun profitto per contribuire a proteggere le persone in Europa e nel mondo dalla pandemia più letale da una generazione a questa parte”, ha commentato Jeffrey Pott, avvocato generale.