Bruxelles – Nell’anno decisivo per le ambizioni dell’Unione Europea nel decennio digitale, tra la presentazione delle proposte normative della Commissione UE sui mercati e i servizi digitali, il quadro sull’intelligenza artificiale e sulla governance dei dati personali, una questione emerge con particolare interesse per le aziende dei Ventisette: il rapporto tra le nuove normative europee (in fase di negoziato tra le istituzioni di Bruxelles) e l’impulso all’innovazione e all’efficienza del mercato che ne scaturirà.
Il tema della ricerca del giusto equilibrio nell’impostazione comunitaria allo sviluppo di servizi e mercati digitali è stato al centro della conferenza Towards a new European digital environment. Preparing for DSA and DMA revolution organizzata da PromethEUs, il network di think tank specializzato su questi ambiti di studio.
Stando ai dati presentati, entro il 2024 il fatturato dell’e-commerce europeo supererà i 500 miliardi di dollari, a conferma dell’andamento degli acquisti online durante la pandemia COVID-19. Nel terzo trimestre del 2020, il 76,8% della popolazione mondiale fra i 16 e i 64 anni che usa Internet ha preferito acquistare beni e servizi sulle piattaforme di e-commerce (dati del Global Web Index). A fronte di un mercato in espansione, è utile capire quali contributi daranno le due iniziative legislative presentate dalla Commissione Europea a riguardo: il Digital Services Act (DSA), la legge sui servizi digitali, e il Digital Markets Act (DMA), la legge sui mercati digitali.
Se è vero che questo nuovo scenario ha portato alla crescita di giganti del web, allo stesso tempo non bisogna dimenticare che solo nel 2019 l’e-commerce ha rappresentato il 20 per cento del fatturato delle aziende sul suolo comunitario, che si sono trasferite sulle piattaforme digitali per raggiungere un maggior numero di clienti a costi inferiori. “È dunque naturale e perfino necessario rimettere mano in maniera complessiva e sistematica alla regolamentazione digitale“, ha sottolineato Stefano da Empoli, presidente dell’Istituto per la Competitività (I-Com) che coordina il network di think tank.
Tuttavia, “occorre evitare di cadere nell’errore opposto“, vale a dire spingere troppo sulla regolamentazione “come se stessimo parlando di un settore maturo”. La precisazione del presidente di I-Com è spiegata dal fatto che “l’incertezza sui futuri modelli tecnologici e di business è enorme” e, nel caso in cui l’intervento delle istituzioni non fosse “ben dosato”, si rischierebbe di “far deragliare il treno dell’innovazione o dirottarlo su un binario morto”.
Questo rischio riguarda in particolare la legge sui mercati digitali, dal momento in cui, “pretendendo standard molto elevati per le aziende digitali”, potrebbe rallentare il processo di digitalizzazione delle aziende tradizionali. Nello specifico, gli analisti di PromethEUs avvertono che gli articoli 5 e 6 del DMA potrebbero contribuire a limitare la competizione tra le grandi piattaforme (i cosiddetti gatekeepers), “frenando l’innovazione e l’efficienza del mercato”.
Per quanto riguarda la legge sui servizi digitali, invece, “sarà necessario riuscire a trovare il giusto equilibrio tra l’esigenza di garantire il rispetto dei diritti e delle libertà” – limitando la diffusione di contenuti illegali online e di fake news – e quella di promuovere la competizione tra le piccole e medie imprese nel Mercato Unico digitale europeo.