Bruxelles – Tutto come da copione. Il primo Eurogruppo fisico di Lussemburgo dall’inizio della pandemia produce quello che già era pronto sul tavolo: rinvio di un accordo sul progetto di unione bancaria, e via libera all’alleggerimento del debito ellenico. E’ proprio sul dossier greco che i ministri dell’Economia e delle Finanze dell’area dell’euro possono sventolare risultati concreti: riduzione del debito per un ammontare complessivo di 748 milioni di euro, per effetto del versamento dei profitti realizzati dalle banche centrali della zona euro sui titoli di stato greci e la riduzione a zero del margine di interesse su alcuni prestiti della zona euro ad Atene da parte del fondo salva-Stati EFSF.
“La valutazione positiva delle nostre istituzioni giustifica l’approvazione di queste misure”, spiega il presidente dell’Eurogruppo, l’irlandese Paschal Donohoe, al termine della riunione. Il via libera resta comunque “subordinato al completamento delle procedure nazionali”, ma il via libera alla riduzione del debito “è atteso” nelle prossime settimane. Soddisfatto anche il commissario per l’Economia, Paolo Gentiloni, perché, spiega, il via libera alle misure a sostegno della Grecia “si basano sulla valutazione contenuta nel nostro rapporto di sorveglianza del 2 giugno“.
Ben diversa la situazione sul fronte del completamento dell’Unione bancaria. “Servirà più tempo per produrre un risultato”, ammette il presidente dell’Eurogruppo, che non fa mistero della necessità di “più immaginazione e più sforzi per raggiungere un compromesso” che al momento non appare alla portata. Ancora troppe divisioni nel merito e nel merito. “Ci sono Stati membri che vorrebbero procedere più speditamente, altri che guardano al medio periodo”. Non è possibile neppure ipotizzare un nuovo orizzonte temporale per uno schema europea di garanzia dei depositi (EDIS), uno dei pilastri del progetto di unione bancaria, perché manca un piano di lavoro.
Gentiloni si arrende all’evidenza e sceglie la via del pragmatismo: meglio prendersi altro tempo e avere un buon accordo, che rischiare un ‘accordicchio’ in nome della fretta. Il completamento dell’Unione bancaria “è una priorità per la Commissione e, naturalmente, vorremmo raggiungere un accordo il prima possibile”, ribadisce. “Ma quell’accordo deve essere solido, convincente e credibile, e finché non ci saranno le condizioni per raggiungerlo, per trovare quel consenso, allora non abbiamo altra scelta che continuare a lavorare, continuare a parlare, continuare a perseverare”.