Bruxelles – Per Francia, Ungheria, Paesi Bassi e Svezia, il glifosato non è da classificare nella categoria delle sostanze CMR (cancerogene, mutagene, reprotossiche) e dunque soddisfa le condizioni che ne consentono la commercializzazione a livello europeo secondo il regolamento del 2009 sull’immissione nel mercato di prodotti fitosanitari. I quattro Stati responsabili della rivalutazione del glifosato – in vista del rinnovo dell’autorizzazione all’uso nell’UE (in scadenza a dicembre 2022) – hanno presentato martedì 15 giugno all’EFSA (Agenzia europea per la sicurezza alimentare) e all’ECHA (Agenzia europea per prodotti chimici) una prima bozza di relazione, di 11mila pagine (di cui è pubblicato un breve riassunto), come primo passo del processo di rivalutazione dell’approvazione del principio attivo usato comunemente in agricoltura come erbicida. Nel 2017 la Commissione Europea ha approvato l’uso del glifosato per cinque anni.
Gli Stati concludono che ci sono poche prove negli studi scientifici per giustificare l’etichettatura del glifosato come genotossico (in grado di danneggiare il DNA cellulare, con potenziali rischi cancerogeni), mutageno o cancerogeno, tossico per il sistema riproduttivo (o altri organi) o un interferente endocrino. Tuttavia, raccomandano valori di riferimento più conservativi per le valutazioni del rischio per la salute umana e affermano che le informazioni eco-tossicologiche disponibili indicano che dovrebbe continuare a essere considerato tossico per la vita acquatica a lungo termine.
Questo è solo il primo passo della valutazione, a cui seguirà la consultazione dei rapporti prodotti dagli Stati: l’ECHA e l’EFSA, organizzeranno entrambe delle consultazioni pubbliche sulla bozza di relazione, da avviare a settembre, ed entrambe le agenzie formuleranno le loro conclusioni e pareri entro marzo 2022. Attesa poi dalla Commissione europea la decisione se rinnovare o meno l’autorizzazione dell’UE per l’erbicida, che sarà soggetta all’approvazione da parte degli Stati membri. Attivisti dell’ambiente e anche eurodeputati hanno spesso criticato l’EFSA dopo il via libera al glifosato, e anche il Tribunale dell’UE ha intimato all’organismo di rendere pubblici gli studi di tossicità prodotti per giustificare il via libera. Proprio poche settimane fa, un rapporto di Pesticide Action Network (PAN) Europe ha accusato l’agenzia di parzialità a favore dell’industria e di mancanza di indipendenza nella valutazione.