Bruxelles – Unione europea della salute: i ministri europei muovono i primi passi in questa direzione, con la speranza della Commissione di un accordo entro fine 2021 sul suo piano per una nuova Unione della Salute presentato a novembre con l’obiettivo di creare un sistema comune di risposta alle crisi. La Commissione chiede più potere agli Stati per fronteggiare le emergenze sanitarie, dopo che la pandemia da Coronavirus ha evidenziato le carenze di un sistema europeo che non attribuisce all’UE competenze specifiche in materia. Il tema è scivoloso, e bisognerà capire quanto gli Stati saranno disposti a concedere della propria competenza in materia.
I ministri della Sanità dell’UE si sono riuniti oggi (15 giugno) in Lussemburgo per discutere la risposta europea alla pandemia di COVID-19 e un’ampia gamma di cooperazione in altri settori sanitari, nella prima riunione fisica del Consiglio “Occupazione, politica sociale, salute e consumatori” (EPSCO) dal marzo 2020, quando la pandemia si è abbattuta sul Continente. Sebbene la discussione sia molto ampia, gli Stati hanno compiuto un primo passo concordando con delle conclusioni sul rafforzare il ruolo dell’Agenzia europea dei medicinali (EMA) di fronte alle crisi. “Sebbene la COVID-19 faccia ancora sentire i suoi effetti, dobbiamo essere maggiormente preparati ad affrontare nuove crisi sanitarie. A tal fine, un’Agenzia europea per i medicinali più forte svolgerà un ruolo chiave. Ci aiuterà a prevenire le carenze di medicinali e di dispositivi medici critici e a sviluppare più rapidamente medicinali in grado di combattere qualsiasi malattia che provochi una crisi”, ha spiegato Marta Temido, ministra portoghese della Salute che ha presieduto il Consiglio. Gli Stati conferiscono alla presidenza del Consiglio un mandato negoziale per concordare una posizione comune con il Parlamento europeo, il primo trilogo dovrebbe essere già la prossima settimana (il 21 giugno).
Il rafforzamento dell’agenzia europea con sede ad Amsterdam – per affrontare la potenziale carenza di farmaci a livello comunitario e accelerare l’approvazione dei farmaci e delle terapie nell’UE – è in realtà solo uno dei pilastri di quella che Bruxelles chiama ‘Unione Europea della Salute’. A questo si affianca un rafforzamento del Centro europeo per il controllo e la prevenzione delle malattie (ECDC), con sede a Stoccolma, che avrebbe più margine di manovra per raccogliere dati da parte degli Stati ed emettere raccomandazioni, in modo da fornire sostegno pratico agli Stati membri.
Se approvato dagli Stati, nel complesso il piano darà all’UE, attraverso l’Ecdc, il potere di dichiarare un’emergenza sanitaria a livello europeo e quindi attivare meccanismi di risposta immediati alle crisi comuni. La Commissione e l’ECDC potranno inoltre fornire agli Stati raccomandazioni (che rimarranno non vincolanti) sulle misure di risposta intraprese per fronteggiare una crisi. Parlando in conferenza stampa al termine dei lavori, la commissaria europea alla Salute, Stella Kyriakides, ha ricordato l’importanza di continuare con la somministrazioni dei vaccini, nonostante ci siano buone ragioni di ottimismo. “Ma non dobbiamo accomodarci”, ha detto. “Sappiamo che il 53 per cento della popolazione adulta è stato vaccinato con una dose e che uno su tre ha avuto la seconda dose, ma stiamo monitorando da vicino la situazione con le varianti. Quindi è importante mandare il messaggio: Vaccinare, vaccinare, vaccinare”, ha concluso.