Bruxelles – L’Unione Europea fa progressi verso l’obiettivo di avere “giustizia e istituzioni forti”, sulla riduzione della povertà e dell’esclusione sociale e nel miglioramento della situazione sanitaria dell’UE. Ma non fa altrettanto bene quando si parla di contrasto al cambiamento climatico, di rendere l’energia pulita accessibile per tutti e di ridurre la pressione delle attività umane sugli ecosistemi e la biodiversità del Continente. Questa la fotografia sui progressi compiuti da Bruxelles negli ultimi cinque anni per l’attuazione dei 17 obiettivi di sviluppo sostenibile delle Nazioni Unite (adottati dall’ONU nel 2015 per contribuire a un percorso globale verso lo sviluppo sostenibile), nel Rapporto di monitoraggio sui progressi verso gli SDGs in un contesto UE – edizione 2021 pubblicato oggi (15 giugno) da Eurostat.
L’ufficio statistico dell’UE registra progressi verso la maggior parte degli obiettivi, ma i passi avanti in alcuni obiettivi sono stati più rapidi che in altri. L’analisi tiene conto in quasi tutti i campi dell’impatto della pandemia, con il COVID-19 “che ha notevolmente rallentato i progressi medi segnalati”. Ad esempio, nel settore dell’economia e del mercato del lavoro (SDG 8), la crisi COVID-19 ha interrotto il miglioramento continuo osservato dal 2013 e impatti simili si possono osservare nei settori dell’istruzione (SDG 4), della parità di genere (SDG 5) , altre disuguaglianze (SDG10).
Ma oltre il COVID, come si vede dall’infografica sopra, rimangono moderati i progressi per quanto riguarda dimensione climatica, energetica e ambientale. Sulla base dell’attuale serie di indicatori, la valutazione complessiva dell’obiettivo 13 “Azione per il clima” “rimane più o meno neutrale”, commenta Eurostat. Tendenze positive si registrano per la mitigazione del clima, come la quota crescente di energie rinnovabili, e il sostegno all’azione per il clima, come il crescente sostegno finanziario ai Paesi in via di sviluppo. Ma anche se le stime provvisorie per il 2019 dicono che l’UE ha già ridotto le sue emissioni nette di gas a effetto serra di circa il 25 per cento rispetto ai livelli del 1990, “saranno necessari ulteriori progressi per soddisfare la nuova ambizione di riduzione del 55 per cento entro il 2030″. La colpa non è da attribuirsi alle politiche di contrasto ai cambiamenti climatici messe in campo dall’UE, quanto dall’intensificarsi degli impatti climatici come l’aumento delle temperature medie. Inoltre, la valutazione tiene conto solo dei progressi passati e non del recente accordo sulla legge europea sul clima, che porterà già a luglio a una revisione sostanziale dell’attuale legislazione dell’UE in materia di clima ed energia attraverso il pacchetto ‘Fit for 55’, pensato proprio per accelerare la transizione verso il 2030.
I due obiettivi di “Energia pulita e accessibile” (7) e “Vita sulla terra” (15) fanno ancora peggio, mostrando nel complesso un lieve allontanamento dell’UE dai rispettivi obiettivi di sviluppo sostenibile. Nel caso dell’accesso all’energia pulita, questa valutazione leggermente negativa è dovuta agli aumenti del consumo energetico dell’UE nel periodo dal 2014 al 2019 e quindi non riflette ancora le riduzioni, almeno temporanee, previste per il 2020 a causa del Coronavirus. Mentre per l’obiettivo 15 “Vita sulla terra” mostra che gli ecosistemi e la biodiversità rimangono sotto pressione dalle attività umane: la valutazione conclude che lo stato degli ecosistemi e della biodiversità nell’UE è insufficiente e che gli impatti negativi dei modelli di consumo dell’UE sulla biodiversità globale sono addirittura “considerevoli”.
Queste sono le aree in cui l’UE deve fare di più, ancora più oggi che la pandemia di COVID-19 “ha reso il raggiungimento degli SDGs ancora più difficile”, ha commentato il commissario europeo per l’Economia, Paolo Gentiloni. Aggiunge “che le misure politiche senza precedenti che stiamo prendendo, in particolare attraverso NextGenerationEU (il fondo da 750 miliardi di euro tra sovvenzioni e prestiti, ancorato al bilancio europeo a lungo termine) ci rimetteranno in carreggiata – e che in due o tre anni molti degli indicatori mostreranno progressi significativi rispetto ad oggi”. Soprattutto “le riforme e gli investimenti sostenuti attraverso NGEU daranno un importante contributo al raggiungimento degli obiettivi” di sostenibilità dell’UE.