Bruxelles – Si conclude oggi (14 giugno) l’iter legislativo e politico del regolamento che istituisce il Certificato digitale Covid dell’UE, lo strumento per facilitare gli spostamenti all’interno dell’area Schengen in vista della stagione estiva. Il presidente del Parlamento europeo, David Sassoli, e il primo ministro portoghese, Antonio Costa, in rappresentanza degli Stati membri, hanno firmato questa mattina il regolamento – frutto del compromesso tra le tre Istituzioni raggiunto il 20 maggio – alla presenza della presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen. Il testo entrerà in vigore formalmente il primo luglio (con una durata di 12 mesi), anche se alcuni Stati membri hanno già iniziato a emettere i certificati, che sono disponibili in formato digitale o cartaceo.
“Il certificato digitale COVID dell’UE è un simbolo di ciò che rappresenta l’Europa. Di un’Europa che non vacilla quando viene messa alla prova. Un’Europa che unisce e cresce di fronte alle sfide. La nostra Unione ha dimostrato ancora una volta che lavoriamo meglio quando lavoriamo insieme”, hanno scritto i tre presidenti in una nota congiunta diffusa al termine della cerimonia. “Possiamo essere orgogliosi di questo grande traguardo. L’Europa che tutti conosciamo e che tutti vogliamo indietro è un’Europa senza barriere. Il certificato UE consentirà nuovamente ai cittadini di godere di questo diritto più tangibile e prezioso dell’UE: il diritto alla libera circolazione. Firmato oggi, ci consentirà di viaggiare in modo più sicuro quest’estate. Oggi riaffermiamo insieme che prevale un’Europa aperta”, concludono.
Il certificato attesta che una persona è stata vaccinata contro il coronavirus o ha un risultato negativo al tampone (sia PCR molecolare, che antigenico secondo i criteri comuni stabiliti dagli Stati membri) o si è ripresa dalla malattia COVID-19. Nel regolamento è specificato che non sarà un prerequisito per esercitare il diritto alla libera circolazione e non sarà considerato un documento di viaggio, quindi non è obbligatorio per viaggiare tuttavia con il certificato non si dovrebbe essere sottoposti a ulteriori limitazioni mentre si viaggia, come quarantena o altri test all’arrivo o alla partenza. Gli Stati membri, infatti, non dovrebbero imporre a chi possiede il certificato ulteriori restrizioni di viaggio “a meno che non siano necessarie e proporzionate per salvaguardare la salute pubblica”.
I governi dovranno inoltre accettare i certificati di vaccinazione emessi in altri Stati membri con i vaccini autorizzati dall’Agenzia europea per i medicinali (EMA) (attualmente Pfizer-BioNTech, Moderna, AstraZeneca e Johnson&Johnson), ma gli Stati membri possono decidere in autonomia se accettare i vaccini elencati dall’Organizzazione mondiale della sanità (OMS) per l’uso di emergenza, come il cinese Sinopharm. Per ora ne resta escluso quello russo Sputnik V, anche se gli Stati possono decidere se riconoscere anche vaccini fuori da quell’elenco.