Bruxelles – Una legge vincolante a livello europeo e un accordo globale sulla perdita di biodiversità – sulla scia dell’accordo di Parigi sul clima del 2015 – da raggiungere insieme alle altre potenze mondiali alla prossima conferenza delle Nazioni Unite in programma a ottobre 2021 a Kunming, in Cina (la COP-15). Queste alcune delle richieste del Parlamento europeo incluse nella “Strategia dell’UE per la biodiversità per il 2030: riportare la natura nelle nostre vite”, adottata oggi (9 giugno) dalla plenaria con 515 voti favorevoli, 90 contrari e 86 astensioni, che affronta l’attuale crisi della biodiversità in Europa e nel resto del mondo.
Il testo a prima firma del socialista spagnolo César Luena in buona sostanza sostiene la strategia UE sulla biodiversità proposta dalla Commissione a marzo 2020 e prende atto della tendenza alla perdita di biodiversità che interessa “un milione su otto milioni di specie stimate minacciate di estinzione”. Come nella strategia della Commissione, i deputati promuovono l’impegno a proteggere almeno il 30 per cento della terra e del mare entro il 2030, ma chiedono uno sforzo maggiore per rendere vincolanti gli obiettivi con una legge a livello europeo.
Nello specifico, la Commissione UE si pone come obiettivo per la biodiversità europea entro il 2030 la trasformazione di almeno il 30 per cento rispettivamente delle terre e dei mari europei in ‘aree protette’ da combinare al ripristino di almeno il 10 per cento delle aree agricole in caratteristiche paesaggistiche ad alta diversità. A tal fine, Bruxelles mira a sbloccare 20 miliardi di euro all’anno per la biodiversità attraverso varie fonti, tra cui vengono menzionati fondi europei, finanziamenti nazionali e investimenti privati. L’obiettivo è quello di fornire all’UE “una posizione di leadership nel mondo per affrontare la crisi globale della biodiversità“. Anche i deputati insistono sulla necessità di mobilitare almeno 20 miliardi di euro all’anno per l’azione sulla biodiversità in Europa, invitando anche la Commissione a pubblicare una valutazione globale di come si potrebbero mobilitare queste risorse.
Sottolineano, inoltre, che l’Unione europea non è riuscita a raggiungere il suo obiettivo per il 2020 di migliorare la conservazione delle specie presenti sul suo territorio, in linea con la direttiva Habitat (direttiva 92/43/CEE), come emerso dall’ultima analisi dell’Agenzia europea dell’ambiente (AEA) sull’argomento. E dunque chiedono di rafforzare gli sforzi anche per quanto riguarda la biodiversità diffusa nelle aree urbane, con la creazione di una piattaforma europea per l’inverdimento urbano e obiettivi vincolanti sulla biodiversità urbana come una quota minima di tetti verdi sui nuovi edifici e il divieto dell’uso di pesticidi chimici. In particolare, Strasburgo si oppone al riuso del comune erbicida glifosato dopo il 31 dicembre 2022, quando scadrà l’autorizzazione.
“Oggi si raggiunge un primo traguardo nella lunga strada verso la tutela della biodiversità, attraverso l’adozione di una Risoluzione che chiede
a gran voce una legge sulla biodiversità e una sul Suolo e al contempo che gli obiettivi proposti dalla Commissione da conseguire entro il 2030
diventino giuridicamente vincolanti. Solo in questo modo possiamo implementare uno dei punti cardine del Green Deal europeo”, commenta la delegazione italiana dei Greens/EFA all’Europarlamento, composta da Eleonora Evi, Rosa D’Amato, Ignazio Corrao e Piernicola Pedicini.
Ma dall’Italia, c’è anche chi lamenta il fatto che l’attenzione alla tutela della biodiversità non dovrebbe arrivare a penalizzare il settore agricolo. “Non accettiamo le imposizioni di Bruxelles, la nostra agricoltura deve essere aiutata non penalizzata: biodiversità sì ma con tempi e modi ragionevoli. Le misure proposte dalla Commissione europea non devono diventare delle nuove imposizioni per i nostri agricoltori: l’obiettivo di riservare entro il 2030 almeno il 25% dei terreni agricoli all’agricoltura biologica non tiene conto delle realtà territoriali locali e delle caratteristiche delle nostre aziende agricole”, l’eurodeputato della Lega, Gianantonio Da Re.
Ma proprio dall’Italia qualcosa si muove. L’Aula del Senato ha approvato oggi in prima lettura con 224 voti a favore, nessun contrario e 23 astenuti il disegno di legge che introduce la tutela dell’ambiente in Costituzione, modificando l’articolo 9 per introdurre i principi della “tutela dell’ambiente, degli ecosistemi, della biodiversità e degli animali”. Solo Fratelli d’Italia si astiene sul provvedimento che ora passa a Montecitorio, per la prima lettura. Essendo una modifica costituzionale, serve il doppio passaggio in entrambe le Camere del Parlamento italiano.