Bruxelles – Sono passati quasi tre anni da quel 18 luglio 2018, quando l’Antitrust UE imponeva una maxi-multa da 4,3 miliardi di euro a Google per abuso di posizione dominante sul mercato e limitazione della concorrenza nella telefonia mobile. Ma alla fine il gigante di Mountain View ha ceduto alle pressioni dell’Unione Europea e ha concesso agli altri motori di ricerca di poter essere scelti gratuitamente dagli utenti come predefiniti sui dispositivi Android sul territori comunitario.
L’annuncio è arrivato dalla stessa Big Tech, attraverso un post sul blog ufficiale firmato dal direttore dell’area legale, Oliver Bethell. “Abbiamo rispettato una sentenza del 2018 che ci imponeva di distribuire la ricerca separatamente da Google Play”, si legge nella nota. In consultazione con la Commissione, “siamo poi andati oltre”, con l’introduzione di “un’opportunità promozionale per app e browser di ricerca” e “una schermata di scelta del provider di ricerca predefinito per gli utenti Android“.
Tra le “modifiche finali alla schermata di scelta”, che entreranno in vigore dal prossimo mese di settembre, c’è anche “la partecipazione gratuita per i fornitori di ricerca idonei” e l’aumento del “numero di provider di ricerca visualizzati sullo schermo”.
Stando alle parole di Bethell, “è apprezzato il dialogo aperto con la Commissione Europea“. Tuttavia, con un pizzico di malizia, i vertici della società fondata a Menlo Park hanno sottolineato che “la ricerca mostra che gli europei sanno come cambiare facilmente i motori di ricerca se lo desiderano“. Questo perché “Android offre alle persone una scelta più ampia rispetto a qualsiasi altra piattaforma mobile”, sia per quanto riguarda le app da utilizzare e scaricare, sia per quanto riguarda quelle da impostare come predefinite: “Android consente inoltre a migliaia di sviluppatori e produttori di creare attività di successo”, conclude la nota.