Roma – I fumatori si mettano il cuore in pace e comincino a familiarizzare con l’ipotesi di un rincaro di sigarette, tabacco e qualsiasi prodotto da fumo. Niente aumento delle accise, come spesso e’ consuetudine, ma colpa dei mozziconi di sigaretta. O meglio: colpa dell’inciviltà di chi getta le cicche ovunque – in strada, sulla spiaggia, nei prati, nelle fioriere – anziché lasciarle negli appositi posacenere che comunque si trovano anche in strada, negli stabilimenti balneari, nei parchi, nei centri commerciali.
Il problema dell’abbandono incontrollato dei mozziconi di sigaretta con conseguente impatto ambientale è stato posto da alcuni deputati sollecitando con una interrogazione il governo a prendere provvedimenti.
Ebbene, a loro risponde il ministro della transizione ecologica Roberto Cingolani. La premessa è che Comuni e Province hanno competenza sia per il controllo che per le sanzioni amministrative.
Ma ecco il punto. Cingolani ricorda la direttiva 2019/904, che prevede iniziative specifiche per ridurre l’incidenza di determinati prodotti di plastica sull’ambiente. Provvedimento noto come “Direttiva SUP- Single Use Plastic”.
Allora che c’entra il fumo? C’entra eccome, perché’ questa direttiva (che tra l’altro dovrà essere recepita entro il 3 luglio di quest’anno, cioè tra nemmeno un mese) tra le misure di contrasto stabilisce l’istituzione di schemi di responsabilità estesa del produttore proprio per i prodotti del tabacco con filtro e i filtri commercializzati per essere utilizzati in combinazione con i prodotti da tabacco.
E arriviamo ai possibili rincari. Per essere chiari: “Tale disposizione prevede che i produttori di tali prodotti dovranno sostenere sia i costi delle misure di sensibilizzazione previste dalla direttiva sia i costi di di rimozione dei rifiuti di tali prodotti dispersi e il successivo trasporto e trattamento”, spiega il ministro. “Dovrà dunque essere assicurato che i produttori coprano i costi della raccolta dei rifiuti di tali prodotti conferiti nei sistemi di raccolta pubblici, compresa l’infrastruttura e il suo funzionamento e il successivo trasporto e trattamento”, puntualizza Cingolani.
Ora la domanda inevitabile è questa: i produttori di tabacco e articoli affini come sopporteranno tali oneri? Mettendoli tra le cifre in rosso nei propri bilanci? E dunque riducendo i loro utili (alcune aziende si sono già attivate sembra proprio in questo senso)? Oppure li scaricheranno sul prodotto finale e quindi sui prezzi di sigarette, tabacchi e articoli vari per fumatori?
Ai posteri la sentenza. Ma intanto forse e’ il caso di cominciare a pensare di smettere di fumare. O no?