Bruxelles – Il cambiamento climatico ha un costo, e le banche centrali non possono non farsene carico. Perché le conseguenza sull’economia ci sono, hanno impatti rilevanti tali minacciare il sistema economico-finanziario. Christine Lagarde lancia l’allarme e invita ad agire. “Qualunque sia il costo della transizione, costerebbe enormemente di più non fare nulla che provare a mitigare i rischi“, dice la presidente della Banca centrale europea partecipando alla conferenza ‘Cigno verde – coordinare la finanza per il clima’.
La BCE sta producendo ricerche e analisi, ha coinvolto sin qui “circa quattro milioni di imprese e 16mila banche”, spiega Lagarde, per “provare a stabilire quali sono i rischi da qui a trent’anni” per fenomeni legati a siccità, alluvioni, trombe d’aria e tutto ciò che il clima impazzito può produrre in tutte le sue manifestazioni. Risultati ufficiali ancora non ce ne sono, ma la presidente dell’Eurotower offre della anticipazioni. “Molti di questi rischi sono concentrati in un numero limitato di banche”. Più precisamente “il 10% delle banche vedrà aumentare il proprio rischio del 40%” a causa dei cambiamenti climatici nell’area euro.
A queste banche, di cui per ora non si intende rilevare l’identità, Francoforte chiederà di adoperarsi per “prendere misure adeguate così da alleviare i rischi per garantire la sostenibilità finanziaria, senza la quale non avremmo la stabilità dei prezzi, che è il nostro mandato”. A tal proposito ricorda che la BCE, così come ogni banca centrale, non può disinteressarsi del fenomeno in atto. “Il nostro mondo brucia e noi banche centrali ci dovremmo attendere che spetti ad altri agire? Non credo. Falliremo nel nostro mandato se credessimo che i cambiamenti climatici non si trasmettono all’economia”.