Bruxelles – Un giorno storico per l’Unione Europea. Così Laura Kövesi, prima procuratrice capo europea, annuncia da Lussemburgo l’entrata in attività della prima Procura europea (EPPO), l’organismo indipendente e sovranazionale che entra in funzione per vigilare sul Bilancio Europeo e anche sulla gestione degli oltre 750 miliardi dei fondi UE destinati alla ripresa dalla crisi COVID, a tutela del denaro dei contribuenti dell’UE, competente per indagare e perseguire reati come riciclaggio di denaro, corruzione e frode IVA transfrontaliera. Dopo alcuni ritardi (doveva entrare in attività già a marzo), l’EPPO diventa operativa da oggi (primo giugno) con un bilancio annuale di 44,9 milioni di euro e con un Ufficio centrale in Lussemburgo.
Guidato dalla procuratrice capo Kovesi, il collegio EPPO si forma con 22 procuratori nazionali, uno per ciascuno Stato membro che ha aderito alla cooperazione rafforzata dell’EPPO (non ne fanno parte per ora Ungheria, Polonia, Svezia, Danimarca e Irlanda, anche se la Svezia ha di recente annunciato l’intenzione di prenderne parte dal 2022). Per l’Italia è stato nominato Danilo Ceccarelli, già sostituto procuratore a Milano e International Prosecutor nella missione EULEX in Kosovo. Il procuratore capo europeo e i 22 procuratori europei costituiscono il collegio dell’EPPO, ma esiste anche un secondo livello di azione decentrata negli Stati membri composto dai procuratori delegati, che devono essere almeno due per Stato membro, scelti sulla base della proposta degli stessi Stati. Slovenia e Finlandia continuano a non nominare i procuratori delegati, e Kovesi ha chiarito che l’EPPO può iniziare le operazioni senza procuratori europei delegati, anche se questo significa che il livello di protezione degli interessi finanziari dell’UE diminuirà in quei Paesi.
L’idea di un’azione decentrata negli Stati è proprio quella di supervisionare meglio ciò che avviene in loco. L’Italia è lo Stato membro che ha attualmente il maggior numero di delegati nominati (15), ma il quadro non è completo perché se ne aspettano 20 in tutto. Per ora ne sono stati nominati solo 15 su 20 perché 3 sedi sono rimaste vacanti e dunque è necessario un ulteriore “interpello” da parte del Consiglio Superiore della Magistratura, mentre gli altri 2 sono quelli cosiddetti di “legittimità” che avranno sede in Cassazione. Secondo fonti del CSM i tempi di completamento del pool dovrebbero essere per il mese di settembre.
Gli obiettivi di EPPO
Istituita da un regolamento del 2017, la Procura europea avrà sede centrale a Lussemburgo e una sede decentrata negli stati membri, con i procuratori delegati. Si occuperà principalmente di istruire indagini e promuovere azioni penali relative a reati non gestibili dai pm nazionali per via dei limiti territoriali: atti contro il bilancio comunitario e gli interessi finanziari dell’UE, come le “frodi a danno dell’IVA transfrontaliera oltre i 10 milioni di euro, la corruzione e il riciclaggio di denaro”. Con un Bilancio comunitario pluriennale da 1.074 miliardi di euro per sette anni a cui si legheranno in maniera inedita anche le risorse del Next Generation EU (750 miliardi), è ancora più urgente che la Procura europea (EPPO) entri ufficialmente in azione per monitorare che non ci siano reati finanziari. Mentre pende ancora la decisione della Corte di Giustizia sulla condizionalità che lega fondi di bilancio europeo e rispetto dello stato di diritto.
L’organo è indipendente, quindi non è sottoposto al controllo diretto della Commissione europea, con cui comunque dovrà “collaborare” visto il ruolo dell’Esecutivo nel mobilitare le risorse del fondo di ripresa. L’UE ha stimato che l’EPPO dovrebbe trattare circa 3mila casi all’anno, ma è probabile che il numero di casi sarà ancora più alto vista la portata inedita delle risorse di bilancio e fondo. Il primo caso ad essere stato presentato proviene dalla Germania, fa sapere Kovesi in conferenza stampa, ma ne è già arrivato uno anche dall’Italia. La struttura indipendente dell’EPPO – svincolata dalla politica delle istituzioni – “è fondamentale, abbiamo una competenza unica, molto potenziale, per rendere i cittadini più fiduciosi nelle Istituzioni a tutela dei loro contributi finanziari”, spiega la procuratrice capo.
Cooperazione con OLAF a tutela del bilancio
Sul sito della Commissione, è spiegato che EPPO collaborerà anche con gli altri istituti che lavorano per sventare questo tipo di reati, come l’Ufficio europeo per la lotta antifrode (OLAF), l’Agenzia dell’Unione europea per la cooperazione in materia di giustizia penale (Eurojust) e l’Agenzia dell’Unione europea per la cooperazione tra forze dell’ordine (Europol). In particolare, l’OLAF sarà un “partner privilegiato dell’EPPO”, quando necessario per le sue indagini, l’EPPO può chiedere il sostegno dell’OLAF, in conformità con le norme del regolamento EPPO e l’accordo di lavoro che hanno siglato le due parte. La grande differenza tra le due istituzioni è che l’OLAF pur essendo un organismo indipendente fa capo alla Commissione europea, mentre l’EPPO no. Per evitare che si creino “sovrapposizioni” nel mandato, OLAF non può indagare su casi che l’EPPO decide di indagare, ma rimarrà anche per indagare i reati che riguardano gli Stati membri che non hanno aderito a EPPO.
“Un giorno storico per i contributori europei perché sarà un modo per proteggere meglio i fondi del bilancio”, ha aggiunto Vera Jourova, commissaria europea per i Valori e la Trasparenza, presente all’evento di lancio. Si dice inoltre rammaricata del fatto che Ungheria e Polonia – da sempre sotto la lente di Bruxelles per quanto riguarda stato di diritto e fondi europei – tra tutti, non si siano ancora convinti a entrare nella cooperazione rafforzata dell’EPPO.