Bruxelles – Appello alla cooperazione globale per raggiungere emissioni nette zero entro il 2050. “Il cambiamento non è mai facile, ma tutti i Paesi, grandi o piccoli, sviluppati o in via di sviluppo, devono investire nella transizione verde e adattarsi al cambiamento climatico”, sottolinea la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, in videomessaggio al vertice sul clima P4G (Partnering for green growth and the global goals) ospitato virtualmente da Seoul, in Corea. Una delle tappe che porterà i leader mondiali a incontrarsi alla COP26 di Glasgow (la Conferenza delle Nazioni Unite sul clima), in Scozia dall’1 al 12 novembre 2021 sotto la presidenza del Regno Unito.
La speranza di Bruxelles per Glasgow è che ci siano più nazioni impegnarsi a raggiungere lo zero netto entro la metà del secolo. “E ancora più importante – sintetizza la tedesca – avere piani concreti su come arrivarci“. Quest’anno l’appuntamento a Glasgow è particolarmente importante, si capirà se gli impegni politici dei governi mondiali saranno sostenuti anche da piani d’azione in grado di metterli in atto. Ogni cinque anni i firmatari dell’accordo di Parigi sul clima (2015) devono presentare le loro strategie per incontrare gli obiettivi dell’accordo, circoscrivere il surriscaldamento globale sotto la soglia dei 2 gradi. Avrebbero dovuto farlo entro il 2020, ma la pandemia ha costretto le Nazioni Unite a posticipare la COP26 al 2021. Sarà dunque un momento cruciale soprattutto per aumentare l’ambizione globale.
È nel quadro dell’accordo di Parigi che Bruxelles vuole aggiornare il target intermedio di riduzione delle emissioni del 55 per cento entro il 2030 rispetto ai livelli del 1990, per arrivare al 2050 con zero emissioni nette e un continente climaticamente neutro. Inoltre, è previsto per il 14 luglio l’adozione del pacchetto legislativo “Fit for 55”, che “descriverà in dettaglio le nostre politiche europee per raggiungere il nostro obiettivo del -55% per il 2030”, spiega von der Leyen, ben consapevole che gli Stati partono da punti di partenza molto diversi, aree geografiche con necessità diverse.
E’ “corsa allo zero” da quando Bruxelles ha fatto da apripista nell’annunciare il piano ambizioso di rincorrere le emissioni zero. Ma è impensabile che riesca ad avere effetti concreti sui cambiamenti climatici senza l’impegno dei grandi emettitori del pianeta, in primis Cina e Stati Uniti. La Cina da sola rappresenta circa il 27 per cento delle emissioni globali di gas serra, gli Stati Uniti ne emettono il 14 per cento e l’Unione europea (a 27 Stati) insieme all’India occupano il terzo posto della classifica con circa il 7 per cento delle emissioni mondiali. La corsa verso zero emissioni deve essere globale. “Più siamo partner per la crescita verde, più veloce e facile sarà per tutti. I prossimi sei mesi sono cruciali per la salute e il benessere della nostra gente e del nostro pianeta. Lavoriamo insieme”, conclude la presidente.