Bruxelles – L’agroalimentare europeo resiste al COVID, anche se diversi settori dipendenti dalla ristorazione (come il vino e gli allevamenti bovini) hanno incontrato grandi difficoltà finanziarie a causa della crisi. Dopo lo scoppio della pandemia, la risposta dell’UE è stata “molto efficace nel preservare l’integrità del mercato unico” durante la crisi attraverso l’introduzione di “corsie verdi” che hanno permesso di lasciare libero il trasporto delle merci anche durante le restrizioni e lo sviluppo di linee guida comuni riguardanti la forza lavoro agroalimentare (ad esempio i lavoratori stagionali). Sono questi alcuni dei risultati dello studio sugli “impatti preliminari della pandemia di COVID-19 sull’agricoltura europea: un’analisi settoriale dei sistemi alimentari e della resilienza del mercato”, realizzata dal Centro di ricerca del Parlamento europeo per la commissione per l’Agricoltura (AGRI).
Soprattutto all’inizio della pandemia, la catena di approvvigionamento agroalimentare dell’UE ha visto un aumento della domanda alimentare a causa dell’acquisto “di panico” dei consumatori che temevano di non avere più cibo a causa dell’emergenza. Ma anche la carenza di manodopera causata da restrizioni alla circolazione. Tuttavia, la risposta dell’UE è complessivamente positiva e nonostante la pandemia, il settore agroalimentare dell’UE ha registrato risultati “relativamente buoni nel 2020”, con livelli di produzione e commercio rimasti stabili.
Il valore della produzione del settore agricolo diminuito dell’1,4 per cento nel 2020 rispetto al 2019, anche se risulta aumentato rispetto alla media 2015-2019 del 2,9 per cento. Viste le restrizioni e le chiusure prolungate dei ristoranti, mense e bar le vendite al dettaglio sono aumentate grazie alle vendite alimentari online che hanno registrato la crescita più elevata durante i primi mesi della pandemia (+45 per cento rispetto ai livelli pre-pandemia), quindi lo studio mette in risalto che i modelli di business al dettaglio tradizionali si stanno spostando sempre più verso l’ e-commerce, le vendite online.
Più critico sulle misure di emergenza adottate nell’ambito della Politica agricola comune (PAC) che hanno avuto risultati contrastanti essendo state attuate “parzialmente o in modo incoerente tra gli Stati membri”: da un lato, la flessibilità nell’applicazione delle regole della PAC è stata generalmente considerata utile e adeguata, dall’altro, le misure di gestione del mercato introdotte per specifici settori agroalimentari (ad es. deroghe alle regole di concorrenza, aiuti all’ammasso privato, distillazione di crisi) sono state attuate parzialmente o in modo incoerente tra gli Stati membri e quindi secondo gli autori dell’analisi il loro impatto sul mercato è stato limitato.