Bruxelles – Sarà un semestre caratterizzato dalla ripresa economica, ma dedicato alle sfide future dell’Unione Europea. Il primo ministro sloveno Janez Janša presenta le priorità della presidenza di turno del Consiglio UE che da luglio a dicembre 2021 sarà affidata a Lubiana per la seconda volta dall’adesione del Paese all’UE (la prima presidenza di turno slovena risale al 2008).
“Siamo felici di poter vedere la luce in fondo al tunnel per la pandemia che ci stiamo lasciando alle spalle, siamo sicuri che il prossimo semestre sarà quello della ripresa”, ha affermato Janša in una conferenza stampa organizzata con il presidente del Parlamento europeo David Sassoli. “Saranno anche sei mesi di impegno per la costruzione di una resilienza solida utile per reagire in futuro alle sfide simili a quella della crisi che stiamo tuttora vivendo”.
Il pallino sarà ancora quello dell’autonomia strategica, e quindi il raggiungimento da parte dell’UE di una maggiore indipendenza nei suoi interessi vitali, ma anche il mantenimento del multilateralismo come strumento di politica estera. Percorrendo la strada solcata dalle altre due presidenze del trio attualmente incaricato di organizzare i lavori del Consiglio (quella portoghese e quella tedesca), la Slovenia mirerà ad affrontare la questione “in tutti i punti critici emersi nell’ultimo anno”, ma in particolare in quello della sicurezza informatica. “La nostra priorità sarà rendere l’Unione capace di proteggersi contro tutti i tipi di cyberattacchi”, ha continuato il premier sloveno.
A inizio settembre sarà la volta del Forum strategico di Bled. Nella località situata sulle Alpi Giulie si terrà la sedicesima edizione del forum, quest’anno dedicato al futuro dell’Europa.
Il 6 ottobre 2021 sarà il giorno del vertice del Balcani occidentali. Sulla questione dell’allargamento dell’Unione Europea ai Paesi della regione Janša promette un cambio di marcia. “Dopo la crisi economico-finanziaria del 2008 l’UE non ha dato spazio ad altre adesioni, se non quella della Croazia nel 2013. Altre realtà internazionali, che non condividono i nostri stessi valori, invece, si sono fatte largo”, ha continuato il primo ministro riferendosi implicitamente alla Russia e alla Cina. Il leader sloveno si è impegnato anche per l’estensione dell’area Schengen anche a Croazia, Bulgaria e Romania.
Janša ha poi spento le polemiche che lo hanno visto negli scorsi mesi protagonista di un documento non ufficiale che suggeriva una revisione delle frontiere dei Paesi balcanici per risolvere le dispute territoriali nella regione. “L’unica soluzione è offrire una prospettiva di adesione all’UE”, ha risposto.
Si conferma un argomento spinoso quello del rispetto dello stato di diritto e della libertà di espressione. La Slovenia è attualmente sotto la lente europea per gli attacchi ai giornalisti critici nei confronti del governo nazionale. A causa del peggioramento della situazione fino a metà giugno il Paese sarà coinvolto in una missione del Meccanismo europeo di risposta rapida per la violazione della libertà di stampa e dei media. “Lo stato di diritto non deve essere qualcosa di arbitrario e di selettivo e il diritto alla libera espressione è la base del processo democratico e non può essere limitato rispetto a interessi superiori come avviene nei regimi totalitari”, ha aggiunto Janša.
Sull’argomento il primo ministro vuole essere propositivo e ha annunciato la creazione di un Istituto europeo per il diritto costituzionale, un centro che, analogamente a quanto fa la Commissione di Venezia per il Consiglio d’Europa, sarà un organo consultivo incaricato di assistere i luoghi della democrazia nei Paesi guidati da regimi autoritari.
Tra i buoni propositi non manca la volontà di dare stimolo alla Conferenza sul Futuro dell’Europa, che proprio durante la presidenza slovena entrerà nel vivo dei suoi lavori. “La Slovenia farà di tutto per garantire un dibattito aperto e inclusivo per tutti”, ha dichiarato Janša.