Bruxelles – Oceani sani, ricerca e conoscenza, prosperità ed equità sociale: gli Stati membri UE hanno adottato oggi (26 maggio) le loro conclusioni per una economia blu sostenibile basata su questi quattro pilastri, sottolineando la necessità di una governance degli oceani efficiente. L’economia blu comprende tutte le industrie e i settori legati agli oceani, ai mari e alle coste, sia dell’ambiente marino (navigazione, pesca, produzione di energia) che terrestre (porti, cantieri navali, acquacoltura terrestre e produzione di alghe, turismo costiero), che secondo le stime della Commissione oggi dà lavoro a 4,5 milioni di persone e fattura 650 miliardi di euro l’anno.
Lo scorso 17 maggio la Commissione Europea ha presentato il suo piano d’azione per “un nuovo approccio per un’economia blu sostenibile nell’UE: Trasformare l’economia blu dell’UE per un futuro sostenibile”, per rendere l’economia blu più vicina agli obiettivi del Green Deal europeo. Sulla base del piano del Berlaymont, il “Consiglio sottolinea l’uso sostenibile degli oceani e dei mari, che svolge un ruolo importante nell’agenda del Green Deal europeo. Gli Stati membri sostengono una sana governance basata sulla conoscenza, la consapevolezza e la comprensione degli oceani e dei mari, nonché condizioni socioeconomiche eque ed eque, in linea con l’agenda strategica dell’UE”.