Bruxelles – L’UE prova a riconquistare la libera circolazione in tempi di pandemia prima del previsto, con 15 giorni di anticipo rispetto al preventivato. Il vertice straordinario dei capi di Stato e di governo dà il via libera formale all’accordo inter-istituzionale raggiunto tra Consiglio e Parlamento per l’introduzione di un certificato digitale UE per il COVID, quale strumento necessario per spostarsi all’interno dell’area Schengen senza restrizioni, e preme per una sua “rapida attuazione”. Attuazione rapida vuol dire “metà giugno“, fata fissata nelle conclusioni per modificare le raccomandazioni per gli spostamenti interni all’UE e gli Stati associati al sistema di libera circolazione (Norvegia, Islanda, Svizzera, Liechtenstein).
“L’infrastruttura informativa sarà pronta l’1 giugno”, ricorda la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, nella conferenza stampa di fine lavori. “Da metà giugno, quando il regolamento sul certificato entrerà in funzione, gli Stati membri potranno connettersi al sistema”. Von der Leyen insiste sulla natura nazionale della misura, perché “gli Stati membri avranno il compito di fare in modo che i sistemi sanitari nazionali siano alimentati dalle informazioni” su vaccinazione, tamponi, e guarigione delle persone che dovranno avere il certificato.
Avanti dunque a ritmi serrati, con l’obiettivo di tornare alla normalità prima dell’1 luglio, data fissata dall’accordo inter-istituzionale sul certificato digitale. “Riteniamo che il processo si possa accelerare“, e per questo “abbiamo fissato la nostra ambizione a metà giugno”, ammette Charles Michel. Il presidente del Consiglio europeo invita poi a non abbassare la guardia. Sul tema COVID con i leader “abbiamo espresso un ottimismo prudente”. E’ vero, dice il belga, che ci sono progressi, ma restano anche varianti e mutazioni del virus con cui dover fare i conti.