Bruxelles – Si prepara la risposta europea al dirottamento del volo Ryanair Atene-Vilnius su Minsk, e, stando alle dichiarazioni dei leader europei alla stampa, quello che si è aperto stasera sarà un Consiglio Europeo infuocato. Sul banco degli imputati c’è il presidente bielorusso, Alexander Lukashenko, e l’ultimo capo d’accusa per un probabile inasprimento delle sanzioni è da thriller: l’arresto di un giornalista e oppositore politico, dopo la deviazione di un aereo di linea internazionale che stava sorvolando lo spazio aereo della Bielorussia.
“Stasera avete la grande responsabilità di dimostrare che l’Unione non è una tigre di carta“, ha tuonato il presidente del Parlamento Europeo, David Sassoli, durante il vertice con i capi di Stato e di governo dell’UE. Leader europei che sono stati invitati ad “agire senza esitazioni e punire i responsabili“, dal momento in cui serve una risposta “forte, immediata e unitaria”.
Per il presidente del Parlamento UE, “i fatti di Minsk sono di una gravità inaudita“. L’ex-direttore di Nexta (canale bielorusso di informazione Telegram), Roman Protasevich, e la sua compagna, Sophia Sapega, sono al momento detenuti in un carcere della capitale e per questo Sassoli ha invocato con forza “l’immediato rilascio di entrambi senza condizioni e la possibilità per loro di lasciare il Paese”. Non si ferma qui l’atto di accusa, che comprende la richiesta di aprire un’indagine internazionale, “per verificare se la sicurezza del trasporto aereo e dei passeggeri è stata messa a repentaglio da uno Stato sovrano”, secondo la Convenzione di Chicago (base dell’aviazione civile e del trasporto aereo mondiale).
Si parla di inasprimento delle sanzioni verso il regime di Lukashenko, ma quello delle misure restrittive è un filo rosso che collega la Bielorussia con la Russia e riguarda direttamente il presidente Sassoli: “Risulta evidente che le ultime sanzioni della Russia non erano dirette soltanto contro la mia persona e quella della vicepresidente [della Commissione UE, ndr] Věra Jourová, ma anche contro le nostre rispettive istituzioni“. Tuttavia, “anziché intimidirci, questo ci incoraggia a non fermarci” nella richiesta di rilascio di Alexei Navalny, l’oppositore del presidente russo, Vladimir Putin. “La democrazia non è incisa nella pietra, è fragile e se non la proteggiamo può sgretolarsi più velocemente di quanto osiamo immaginare”, ha poi avvertito i leader UE affrontando il tema della disinformazione e delle provocazioni dirette agli Stati membri da parte del Cremlino.
Gli altri temi sul tavolo
Dopo un incontro con il premier Mario Draghi, il presidente del Parlamento Europeo ha affrontato anche con gli altri leader europei i temi in agenda per questo Consiglio. Uno su tutti, quello dell’immigrazione (prioritario proprio per il primo ministro italiano). “Dobbiamo fare delle scelte coraggiose”, è stata l’esortazione di Sassoli, fissando l’obiettivo: “Possiamo presentarci come attore globale solo se mostriamo di essere capaci di gestire uniti un fenomeno strutturale come quello della mobilità umana“. Dai drammi nel Mar Mediterraneo, all’arrivo a nuoto di persone sulle coste spagnole, fino alle “tragedie umane” lungo la rotta balcanica, l’Unione deve dimostrare che “questa non è la nostra carta d’identità”.
La proposta è quella di “agire su tre versanti”. Salvare vite umane, “un obbligo giuridico e morale” e una “responsabilità che non possiamo lasciare solo alle ONG, che svolgono una funzione di supplenza”. Ecco perché “dobbiamo tornare a pensare a una grande operazione comune nel Mediterraneo” con un meccanismo europeo di ricerca e salvataggio in mare. Secondo, canali umanitari sicuri: “Le persone bisognose di protezione devono poter arrivare nell’Unione Europea senza rischiare la vita”, potendo contare su “un sistema di reinsediamento” e sul loro “contributo per la ripresa delle nostre società”. Infine, una politica europea di accoglienza sull’immigrazione, definendo “criteri di un permesso unico di ingresso e di soggiorno”.
Altra questione all’ordine del giorno è il certificato europeo COVID-19: “Siamo particolarmente soddisfatti per il lavoro svolto insieme al Consiglio”, è stato il commento di Sassoli sul risultato del trilogo dello scorso giovedì (20 maggio). Tuttavia, “per il Parlamento, il certificato non può essere una condizione ostativa per la libera circolazione” ed è stato “indicato chiaramente che nessuno deve essere discriminato per le sue condizioni di salute o le scelte sanitarie”. La vera svolta sarà determinata dalla rapidità della campagna vaccinale dentro e fuori l’UE, motivo per cui è necessario che “tutti seguano l’esempio dell’Unione, esportando i vaccini e donando le dosi in sovrannumero ai Paesi a basso e medio reddito”. Sulla questione della sospensione dei brevetti, “è giusto esplorare tutte le opzioni che possono consentire la vaccinazione della popolazione mondiale in breve tempo”.
È caldo anche il fronte della risorse proprie: “L’anno scorso ha dimostrato di cosa siamo capaci quando restiamo uniti”, ha sottolineato Sassoli davanti ai leader europei. “Adesso dobbiamo concentrarci sull’attuazione del dispositivo per la ripresa e la resilienza” e sull’adozione della decisione sulle risorse proprie, “necessaria per dare impulso alla nostra ripresa”.
E infine, la questione della lotta ai cambiamenti climatici e le misure sugli impegni presi dall’UE nel quadro dell’accordo di Parigi. Il presidente Sassoli ha avvertito che “i nostri cittadini si aspettano che vengano rispettate quelle promesse”, mentre il Parlamento Europeo sta negoziando insieme al Consiglio la legge sul clima. C’è determinazione nelle parole di Sassoli nel ricordare che “il Parlamento non può essere chiamato solo ad apporre il suo timbro d’approvazione a fatti compiuti” e che è necessario ascoltare l’impegno degli eurodeputati, per arrivare a un “ambizioso pacchetto sul clima e l’energia prima dell’estate“.