Bruxelles – “Abbiamo fatto progressi, ma ne servono di più“. Tradotto: attuare i piani di ripresa e fare le riforme. Le cose vanno bene, ma è solo l’inizio. L’Eurogruppo prende atto del mutato contesto, e il presidente dell’organismo interministeriale, Paschal Donohoe, nell’esprimere ottimismo invita però a non pensare che il peggio sia davvero già superato. “Abbiamo fatto progressi. Progressi nelle vaccinazioni, progressi nella gestione della pandemia e nella gestione della situazione economica”, e il vento è certamente cambiato, dice nella conferenza stampa di fine seduta. “Il sentimento dei ministri è che la ripresa si inizia a sentire“. Ma, mette in guardia, “rimaniamo cauti, perché sappiamo che restano rischi di ferite”. Dunque, “dobbiamo ancora fare molto lavoro”.
Sul tipo di lavoro e il carico di lavoro da fare i chiarimenti arrivano da Paolo Gentiloni. “Non possiamo accontentarci di tornare semplicemente al livello di PIL di fine 2019. Abbiamo bisogno di una ripresa sostenuta e sostenibile“. Il commissario per l’Economia assicura che “la recessione tecnica” avuta con l’arrivo della pandemia e il confinamento è superata, che si avrà un “rimbalzo forte” nella seconda parte dell’anno in corso e nella prima metà del prossimo. Il PIL dell’area euro crescerà del 4,3% nel 2021 e del 4,4% nel 2022, per tornare ai valori pre-crisi. Ma si tratta del dato aggregato, complessivo, e si vuole attenzione alle singole economiche. “Vogliamo che le nostre economie passino a un nuovo modello di crescita, che è lo scopo stesso delle riforme e degli investimenti che saranno sostenuti attraverso lo strumento per la ripresa”.
Riforme, riforme, riforme. Il mantra dei rigoristi ai tempi della crisi finanziaria del 2008 diventa la parola d’ordine dell’Europa oggi assai meno rigorista di allora ma comunque decisa a ristrutturare in maniera credibile e duratura l’architettura economica. Anche la Banca centrale europea ha messo in chiaro che da questo momento tutto passa per la capacità degli Stati nazionali di fare i compiti per casa. La presidente Christine Lagarde, anch’essa presente ai lavori dell’Eurogruppo, è comunque disponibile ad aiutare finché possibile. “Le pandemie sono incerte, ma ci impegniamo a mantenere condizioni di credito favorevoli“. Come dire che di fronte all’imprevedibilità la BCE è una garanzia. Lagarde rassicura anche sull’inflazione e la sua crescita, che potrebbe avere effetti controproducenti. “Ne abbiamo discusso con i ministri, e siamo d’accordo nel ritenere i numeri in crescita che vediamo nel 2021 di natura temporanea e dovuti a fattori di supporto. I numeri diminuiranno nuovamente nel 2022″. Nulla di cui preoccuparsi, dunque. Ma solo per quanto riguarda l’indice dei prezzi al consumo, perché “la crescita c’è, ma rimane incerta”. Un altro invito a fare di più.