Bruxelles – I quattro Paesi del blocco di Visegrad (Repubblica Ceca, Ungheria, Polonia, Slovacchia) insieme a Bulgaria, Croazia e Romania si dicono preoccupati delle implicazioni che la strategia europea dell’agroalimentare Farm to Fork (Dal campo alla tavola) potrebbe avere sulla loro agricoltura. Affidano i loro timori a una dichiarazione congiunta redatta dopo una videoconferenza che ha riunito i ministri dell’agricoltura di questi sette Paesi lo scorso 21 aprile.
Gli obiettivi ambientali del Green Deal sulla filiera agroalimentare – sostengono nella dichiarazione – “devono essere equamente distribuiti tra tutti gli anelli della catena di approvvigionamento alimentare e tale responsabilità non dovrebbe essere un onere solo per i produttori, soprattutto quelli di piccole e medie dimensioni”.
I ministri hanno inoltre sottolineato che la strategia è stata pubblicata “senza una valutazione dell’impatto ambientale, sociale ed economico”. Dunque chiedono alla Commissione europea di presentare l’appropriata valutazione dell’impatto della strategia prima di avviare qualsiasi fase di attuazione successiva. In realtà, l’Esecutivo europeo ha già escluso questa possibilità: Claire Bury, Direttrice generale aggiunta della DG SANTE della Commissione Europea, partecipando a un evento online di Eunews sulla strategia europea, ha chiarito che ciascuna azione della strategia avrà una propria valutazione di impatto specifica, che invece non ci sarà per l’intera strategia perché ritenuta non necessaria.
La Farm to Fork fissa la riduzione del 50 per cento dell’uso e del rischio di pesticidi, una riduzione di almeno il 20 per cento dell’uso di fertilizzanti. Per la Commissione è importante rivedere la legislazione dell’UE sull’uso sostenibile dei pesticidi e promuovere modi alternativi per proteggere i raccolti da parassiti e malattie. I Paesi sottolineano che gli obiettivi per la riduzione dell’uso di fertilizzanti, pesticidi e antibiotici dovrebbero essere fissati a livello europeo e invitano la Commissione a tenere conto dei diversi punti di partenza in ciascun Paese.
Il tema e questa dichiarazione saranno all’ordine del giorno del prossimo Consiglio dei ministri europei dell’Agricoltura europei, che si terrà il 26 e 27 maggio, contemporaneamente al trilogo sulla PAC.