Bruxelles – A poco meno di un mese di distanza dalla lettera inviata da circa 80 aziende e organizzazioni europee del settore audiovisivo alla Commissione Europea sulla questione della pirateria online, il gabinetto von der Leyen si è confrontato con il Parlamento UE in sessione plenaria per preparare il terreno a un’azione decisa e concordata contro gli streaming abusivi di eventi sportivi. Con 479 voti a favore, 171 contrari e 40 astenuti, è stata approvata la relazione sulle sfide degli organizzatori di eventi sportivi nell’ambiente digitale, presentata dall’eurodeputato bulgaro Angel Dzhambazki (ECR).
“Lo sport ha ruolo importante per la prosperità sociale e culturale dell’Unione Europea”, ha ricordato il relatore. Non solo per la “promozione di valori come giustizia e cooperazione”, ma anche da un punto di vista economico: “Rappresenta il 2,7 per cento dell’occupazione e il 2,1 per cento del PIL dell’Unione“. Tra i settori correlati, che subiscono l’effetto della pirateria online, c’è soprattutto quello del live streaming di eventi sportivi: “L’80 per cento di chi detiene i diritti subisce un danno dai prodotti illegali e gratuiti, che possono anche causare furti di dati”, ha messo in luce Dzhambazki.
Per l’eurodeputato bulgaro “è arrivato il momento di dare una riposta e concentrarsi su chi commette frodi su larga scala tramite siti web”. A questo proposito, come sottolinea la relazione, serve una cooperazione trans-frontaliera più efficace, un miglioramento nella rapidità dei sistemi di notifica, ma soprattutto si aspetta un’implementazione dell’attuale quadro sui diritti di proprietà intellettuale per gli eventi sportivi dal vivo (al momento non soggetti alla protezione del diritto d’autore). In particolare, il testo specifica che i flussi abusivi dovrebbero essere rimossi o disabilitati “immediatamente e non oltre trenta minuti a seguito di una notifica”. Dzhambazki ha però precisato che “la diffusione illegale di contenuti deve essere separata dalla cultura dei tifosi e dai contributi che i giornalisti diffondono per informare la società”, ovvero che la prassi di trasmettere abusivamente eventi sportivi “non va confusa con lo scambio di foto e video tra tifosi e operatori dell’informazione”.
C’è totale allineamento da parte dell’esecutivo UE sulla questione, come è emerso dalle parole del commissario europeo per il Lavoro e i diritti sociali, Nicolas Schmit: “È una sfida notevole sia per gli organizzatori di eventi sportivi, sia per gli utenti, ma non ci tireremo indietro”. È già emerso l’impegno della Commissione UE nel contrasto alla diffusione di contenuti illegali nell’ambito del digitale, dalla Direttiva sul copyright a “uno studio di mappatura che dovrebbe essere ultimato nei prossimi mesi”. Ma contro la pirateria online, anche il Piano azione sugli audiovisivi “si concentra sul rendere i sistemi esistenti più efficaci nel loro utilizzo”, ha spiegato Schmit. Le ultime battute dell’intervento del commissario sono state un invito al Parlamento UE ad agire in concerto con la Commissione per concludere “al più presto” i negoziati sul Digital Services Act, la proposta legislativa sui servizi digitali: “È uno strumento orizzontale e la base sulla quale articolare altre proposte, anche contro pirateria online di eventi sportivi”.