Roma – Ancora prudente sulle riaperture ma sul rilancio del turismo Mario Draghi cerca di spingere più possibile. Alla Camera dei deputati annuncia ora una “revisione delle misure per i Paesi Schengen” per ingressi con tampone negativo e senza quarantena. Poi per i Paesi del G7 (specialmente USA, Canada e Giappone), “saranno favoriti gli ingressi senza quarantena in caso di certificazione vaccinale”. Tutto ciò in attesa del green pass che pure promesso potrebbe non essere riconosciuto da tutti e dunque il premier italiano accelera per fronteggiare una concorrenza turistica che si annuncia molto dura.
Nel corso del Question time, Draghi è tornato sulla proposta del presidente Usa Joe Biden di sospensione dei brevetti sui vaccini, ribadendo il concetto espresso la scorsa settimana al vertice di Oporto. “Vi è un sostanziale sbilanciamento tra alcune grandi case farmaceutiche, che hanno ricevuto imponenti sovvenzioni governative, i Paesi più poveri al mondo, che o non hanno accesso o non hanno denaro per poter comprare i vaccini”. Da qui si parte “e questo è condivisibile” spiega, ma allo stesso tempo bisogna tener conto del disincentivo alla ricerca che con una sospensione temporanea e circoscritta non dovrebbe creare troppi problemi. Situazione però complessa perché il vero problema è la produzione, il controllo della qualità e sicurezza e dunque bisogna “rimuovere il blocco delle esportazioni che Stati Uniti e Regno Unito continuano a mantenere”. I passi per diminuire le disuguaglianze sono anche più semplici della rimozione dei brevetti per Draghi che annuncia di incrementare il sostegno dell’Italia al programma Covax già finanziato con 86 milioni.
Chiamato a rispondere sulle deroghe al patto di stabilità e degli aiuti di Stato, ha confermato che secondo le previsioni della Commissione la clausola non sarà disattivata prima del 2023. A proposito del dibattito sulla revisione invece spiega che non è ancora cominciato e “la mia linea è che le attuali regole di bilancio erano inadeguate e sono ancora più inadeguate per un’economia in uscita da una pandemia”. In sintesi “la revisione deve assicurare margini di azione più ampi alla politica di bilancio in funzione di stabilizzazione anticiclica e incentivare gli investimenti, soprattutto per favorire la trasformazione digitale ed ecologica”.
Il Question time del presidente del Consiglio ha toccato anche l’argomento dei flussi migratori sollevato dalla Lega dopo gli sbarchi degli ultimi giorni. Ha ricordato le ragioni del fenomeno con le spinte dall’Africa sub sahariana, la diffusione della pandemia e l’instabilità della Libia. Un Paesi con cui il governo è impegnato a promuovere iniziative bilaterali e condurre un’azione con l’Unione europea affinché “le autorità libiche contrastino i traffici di armi e di esseri umani e a esercitare una pressione in ambito UE per tornare a una redistribuzione credibile ed efficace dei migranti approdati in Italia”. Appoggio pieno dal ministro degli esteri tedesco Heiko Maas in vista in Italia: “la Germania già in passato ha appoggiato e partecipato ai programmi di ricollocazione dei rifugiati e lo farà di nuovo in futuro. Noi non lasceremo mai da sola l’Italia e ci auguriamo un comportamento simile dagli altri partner europei”. Draghi ha riaffermato che a fronte di una complessa e drammatica realtà “la politica sull’immigrazione vuole essere equilibrata, efficace ed umana. Nessuno deve essere lasciato solo nelle acque territoriali italiane, il rispetto dei diritti umani è una componente fondamentale di qualsiasi politica sull’immigrazione”. Parole nette rivolte anche alle forze di destra (comprese quelle di maggioranza) che in questi giorni hanno rievocato linea dura e blocco navale.
Nella gestione dei flussi migratori restano essenziali gli accordi bilaterali e forme di forme di partenariato europeo con i principali Paesi di origine e transito. E nel coinvolgere le istituzioni di Bruxelles, Draghi ha annunciato che il 20 maggio prossimo la ministra dell’Interno Luciana Lamorgese si recherà a Tunisi insieme alla commissaria agli Affari interni, Ylva Johansson, rinnovando così la missione svolta ad agosto del 2020.