Bruxelles – Nulla da fare, per il momento, sulla proposta del Parlamento europeo di rendere i tamponi gratuiti per tutti all’interno del Certificato verde digitale, il pass europeo per viaggiare senza restrizioni dentro lo spazio Schengen. Uno dei punti chiave ancora da sciogliere nel trilogo interistituzionale ma per la presidenza di turno del Portogallo è improbabile che si riesca a convincere gli Stati membri su questo. Pur comprendendo “la richiesta” dell’Eurocamera di rendere i test per il Certificato gratuiti in modo da non creare discriminazioni, “vedremo che cosa riusciremo a fare per rendere questi test più economicamente accessibili per tutti, ma è molto difficile perché non possiamo imporre un prezzo per i test antiCovid in UE, è un mercato libero”, ha chiarito Ana Paula Zacarias, Segretario di Stato per gli Affari europei del Portogallo, al termine del primo Consiglio Affari generali in presenza della presidenza del Portogallo alla guida dell’UE che si è tenuto oggi (11 maggio) a Bruxelles per preparare il Vertice dei capi di Stato e governo del 24 e 25 maggio.
Risposta alla pandemia, cambiamenti climatici, rapporti con la Russia e commerciali con il Regno Unito: il Vertice di fine maggio si preannuncia particolarmente denso di temi e questioni da risolvere, imponendo ai leader una riunione in presenza a Bruxelles, per rendere più facile prendere decisioni. In primis, per quanto riguarda la risposta alla pandemia si parlerà di Certificato verde digitale. I negoziati in corso “stanno progredendo bene”, ha assicurato Zacarias riassumendo l’incontro di oggi con i ministri omologhi europei. Un incontro che precede il secondo trilogo tra Parlamento, Consiglio e Commissione sul pass verde digitale che si svolgerà oggi in serata. “Gli Stati membri sostengono il mandato della presidenza portoghese per il trilogo”, precisa Zacarias, osservando che da parte dei negoziatori del Parlamento c’è un forte “sentimento di urgenza” per rendere operativo lo strumento prima possibile. Se tamponi gratis sono da escludere, almeno apre alla possibilità che si possa cercare di abbassarne i prezzi in tutta l’UE.
Sembra un dettaglio minimale, ma non lo è. Almeno non per il Parlamento Europeo che lo rende espressamente una delle sue “linee rosse” per approvare la proposta legislativa. Il Certificato conterrà le informazioni se una persona è stata già vaccinata (e con quale vaccino approvato dall’EMA), o in alternativa il risultato negativo di un tampone o ancora una prova di guarigione dalla malattia con la presenza di anticorpi. Se la prova di essere stato vaccinato è gratuita per tutti, non altrettanto gratuiti sono i test che rilevano la presenza del virus, e per il Parlamento non è accettabile perché c’è il rischio di creare discriminazioni verso coloro che non possono permettersi di farli con frequenza.
Stiamo facendo di tutto per “rendere operativo l’accordo politico entro la fine di maggio”, ha fatto eco il commissario per le Relazioni interistituzionali, Maroš Šefčovič, al fianco di Zacarias in conferenza stampa. Ha tenuto a precisare che nella strategia della Commissione per i vaccini ci sono attualmente oltre 50 siti di produzione per i vaccini e si stima che nel corso di quest’anno si potranno produrre 10 miliardi di dosi. Questo per far capire che accanto alle discussioni sul pass per il turismo, la priorità della Commissione è il lavoro sull’aumento della capacità di produzione interna alla Unione Europea, riqualificando le fabbriche già in essere nel Continente per renderlo più autonomo. I ministri europei hanno tra le altre cose discusso dell’ultimo contratto per 1,8 miliardi di dosi del vaccino Biontech-Pfizer annunciato sabato dalla presidente Ursula von der Leyen e il 20 maggio è in programma un vertice informale dei ministri della Salute per discutere di strategia europea per la vaccinazione a partire dal 2022.
Il coordinamento europeo alla pandemia “sarà alla base del prossimo Consiglio del 24 e 25”, ha riassunto il sottosegretario agli Affari europei Enzo Amendola prima di lasciare Bruxelles al termine della riunione, con un videomessaggio. Servirà a rafforzare “questo percorso di produzione, distribuzione e solidarietà per i Paesi più fragili con i vaccini”, ha aggiunto. Come Stati membri “siamo uniti nell’aumento della produzione e sul certificato verde digitale da negoziare con il Parlamento”. Prima dell’appuntamento del 24 e 25, Amendola ricorda il ruolo che avrà il Global Health Summit di Roma del 21 maggio organizzato dall’Italia come presidente di turno del G20 insieme alla Commissione europea, che sarà l’occasione per fare il punto su come proseguire “la risposta globale alla crisi sanitaria”.
Amendola ha portato sul tavolo degli omologhi europei un tema fuori agenda, quello dell’immigrazione e della ripresa degli sbarchi di migranti sulle coste italiane di cui si parla in queste ore e “che deve essere un tema di solidarietà europea”. “Ho sottoposto alla discussione” dei ministri “anche la ripresa sbarchi verso l’Italia, un tema che non riguarda solo l’Italia ma tutta l’Europa, le sue frontiere e con l’arrivo di tanti migranti dalla Libia e Tunisia”, ha detto Amendola mentre a Bruxelles sono in corso i negoziati sul nuovo Patto sulle migrazioni e l’asilo.
Non solo sanità. I leader discuteranno a fine maggio anche di clima in vista dell’adozione il 14 luglio del pacchetto legislativo Fit for 55. Il vertice di fine maggio sarà indispensabile per comprendere in che termini la Commissione proporrà due dei punti più scivolosi nel pacchetto: la riforma dell’ETS dello scambio quote di emissioni e della tassa sul carbonio alle frontiere. Serve uno scambio di opinioni con i leader e un mandato di principio prima della proposta. E anche dei rapporti sempre più tesi con la Russia di Vladimir Putin, nei confronti della quale l’Unione europea deve continuare a mostrarsi compatta e parlare con una sola voce”, ha detto Sefcovic. Sul tavolo dei leader, infine, anche l’attuazione dell’accordo commerciale con il Regno Unito post-Brexit.