Bruxelles – “Abbiamo raggiunto un compromesso storico”. Il primo ministro portoghese António Costa si dice entusiasta per l’accordo sottoscritto da istituzioni europee e parti sociali nel vertice sociale europeo di Porto. La novità principale per il capo del governo portoghese (che è attualmente è alla guida della presidenza del Consiglio UE) è il coinvolgimento ottenuto e la maggiore concretezza rispetto ai risultati della conferenza sociale di Göteborg nel 2017.
La dichiarazione impegna Consiglio, Commissione europea, Parlamento europeo e le altre parti firmatarie a sostenere i tre obiettivi del Piano di Azione del Pilastro europeo dei diritti sociali, secondo il quale l’Unione Europea punta a raggiungere entro il 2030 il 78 per cento dell’occupazione della popolazione in età lavorativa, il 60 per cento degli adulti impegnati in attività di formazione e a sottrarre 15 milioni di persone dalla povertà.
“Quattro anni fa abbiamo concluso con venti principi, ora abbiamo tre obiettivi concreti”, ha affermato Costa. “Non è un punto di arrivo, ma di rilancio del Pilastro dei diritti sociali. Ora abbiamo degli obiettivi quantificabili in materia di occupazione, di formazione e di povertà. È il, Piano più ambizioso mai avuto, e noi non abbiamo mai avuto mai un coinvolgimento così ampio, per questo dico che è storico”, ha continuato il primo ministro.
Nel documento si prende atto degli effetti della crisi provocata dalla pandemia di COVID-19 e viene ribadita la necessità che la transizione digitale e quella ecologica siano socialmente giuste e sostenibili. Si sottolineano anche i benefici del coordinamento europeo, ma si chiede anche il mantenimento delle misure emergenziali fino al momento in cui saranno necessarie e l’adozione di politiche sociali orientate all’inclusione, alla parità di genere e a migliori condizioni di lavoro. Nella dichiarazione si considera inoltre il Semestre europeo (il ciclo di procedure che ogni anno mette al vaglio i bilanci degli Stati per renderli il più possibile coordinati per gli obiettivi dell’UE) come lo strumento più adatto per monitorare la realizzazione dei principi del Pilastro europeo dei diritti sociali. Sabato mattina (8 maggio), il documento circolerà durante la riunione del Consiglio Europeo, al termine del quale i 27 governi dell’UE dovranno formulare delle conclusioni.
“Vogliamo che da ora in poi non si guardi solo alla crescita del Pil, ma anche a quella dell’occupazione. Che non si badi solo alla regola del debito, ma anche alle politiche volte a creare più impiego”, ha aggiunto Costa. “Stiamo costruendo un’Europa migliore, meno orientata agli indicatori economici e finanziari e più attenta ai valori sociali”.
Per il presidente del Parlamento europeo David Sassoli la presenza a Porto di tutte le istituzioni europee equivale a mantenere una promessa fatta nel corso dell’ultimo anno da tutte le istituzioni europee, dalle forze politiche e dalle parti sociali. “Quella per cui abbiamo detto che nessuno sarebbe rimasto indietro”, ha detto Sassoli. “Abbiamo la possibilità di sviluppare politiche concrete che aiutino a superare questo momento difficile, in cui la perdita lavoro è all’ordine del giorno e in cui i diritti delle persone sono rimasti indietro”.
Resta prioritaria la ripresa a lungo termine. “È il nostro principale obiettivo”, ha dichiarato la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen. L’imperativo per il capo dell’esecutivo europeo ora è “creare lavori migliori e che possano resistere alle sfide future”.
Si spera intanto nel rapido completamento di ratifica del regolamento delle risorse proprie, il passaggio legislativo che serve a Bruxelles per reperire fondi sui mercati finanziari per erogare le prime risorse del piano di ripresa economico Next Generation EU. “Chiediamo agli Stati membri che non l’abbiano ancora fatto di ratificare il regolamento entro la fine di maggio, in maniera tale da consentirci di rivolgerci ai mercati a giugno e finanziare il Recovery plan prima della pausa estiva”, ha aggiunto von der Leyen.
Al termine della prima giornata del vertice i capi di stato e di governo, insieme ai rappresentanti dell’Unione Europea hanno discusso durante una cena sul tema della sospensione temporanea della proprietà intellettuale sui vaccini anti COVID, sollevato dalla posizione presa dal presidente degli Stati Uniti Joe Biden sul tema. Ai giornalisti von der Leyen ha ribadito la linea della Commissione: “Nel breve e nel medio termine la sola sospensione dei diritti sui brevetti non permetterebbe di avere neanche dose in più”. “Siamo aperti alla discussione, ma riteniamo importanti anche l’esportazione dei vaccini e l’aumento della capacità produttiva nelle regioni in cui c’è questa necessità”, ha continuato von der Leyen. “L’UE per ora è l’unica regione che sta esportando su larga scala (200 milioni di dosi in 90 Paesi). Invitiamo tutti coloro che sono presenti in questo dibattito a impegnarsi a esportare vaccini nelle regioni che ne hanno bisogno”, ha detto la presidente.