Bruxelles – Il biossido di titanio usato come additivo alimentare (E171) “non è più considerato sicuro”. Lo scrive l’Autorità europea per la sicurezza alimentare (EFSA) aggiornando la sua valutazione sulla sicurezza dell’additivo per alimenti biossido di titanio (E 171), dopo una richiesta avanzata dalla Commissione Europea a marzo 2020. Comunemente, il biossido di titanio è usato come colorante alimentare bianco e autorizzato nell’UE dal 2008: prodotti da forno, zuppe, brodi e salse (per neonati, bambini e adolescenti); zuppe, brodi, salse, insalate e creme salate da spalmare (per bambini, adulti e anziani) sono le categorie alimentari in cui ne è più diffusa la presenza. Ma è presente anche in cosmetici (creme solari), vernici e farmaci, anche se il parere dell’EFSA riguarda esclusivamente l’utilizzo di E171 come additivo alimentare. Preoccupazioni dell’EFSA riguardano la genotossicità dell’assunzione, ovvero la capacità di una sostanza di danneggiare il DNA, il materiale genetico delle cellule (con effetti cancerogeni), “che non può essere esclusa” in relazione al biossido di titanio.
Il parere scientifico dell’EFSA non è vincolante, ma spiana la strada al divieto nell’UE. Subito dopo la pubblicazione, la commissaria per la Salute e la Sicurezza alimentare, Stella Kyriakides, ha annunciato che la Commissione proporrà di vietarne l’uso nell’UE, specificando che i colloqui con gli Stati inizieranno già nel mese di maggio. Aggiunge che “la nostra priorità è la salute dei cittadini e la sicurezza del cibo che mangiano”.
Following @EFSA_EU's new scientific opinion on the food additive E171, we will propose to ban its use in the EU.
🔹Discussions with Member States will start this month.
🔹Our priority is the health of citizens and the safety of the food they eat.#EUFoodSafety
— Stella Kyriakides (@SKyriakidesEU) May 6, 2021
“Dopo l’ingestione l’assorbimento di particelle di biossido di titanio è basso, tuttavia esse possono accumularsi nell’organismo umano”, spiega in una nota il professor Maged Younes, presidente del gruppo di esperti EFSA sugli additivi e aromatizzanti alimentari (gruppo FAF). Il gruppo non è riuscito a stabilire una dose giornaliera accettabile per l’assunzione dell’additivo – che non apporta valori nutrizionali, ma ha la sola funzione di rendere “più attraente” il colore dell’alimento – e dunque fa marcia indietro rispetto all’ultima valutazione risalente al 2016. La nuova valutazione – spiega l’EFSA – è stata condotta seguendo una metodologia “rigorosa e prendendo in considerazione diverse migliaia di studi emersi” dopo quella del 2016, comprese “nuove evidenze scientifiche e dati sulle nanoparticelle”.