Bruxelles – “L’Unione europea non è concepita per gestire crisi sanitarie né contrastare pandemie”, ma ce l’ha fatta, ha resistito. “Sotto enormi pressioni, noi europei siamo rimasti fedeli ai nostri valori”. Nel bel mezzo della pandemia “abbiamo dimostrato che, anche in tempi di pandemia globale, siamo in grado di affrontare con forza altre grandi sfide del nostro tempo”. Ursula von der Leyen difende la sua Europa, quella in cui è cresciuta e quella di cui oggi è alla testa. L’UE tanto criticata ha saputo fare meglio del resto del mondo e permesso di avere ‘normalità’ in un momento in cui non era scontato averla. Sceglie la cornice della conferenza sullo Stato dell’Unione per rilanciare con forza il progetto comune.
Nei primi istanti della crisi, quando iniziavano a essere adottate misure di confinamento, “alcuni paesi avevano introdotto divieti di esportazione sulle apparecchiature mediche”, e nello stesso momento “acuni paesi avevano chiuso i loro confini”. Il panico e lo spirito nazionale sembravano aver avuto la meglio. E invece… “Noi, l’Europa, abbiamo ripristinato la libera circolazione delle merci nel nostro mercato unico”. E sempre “noi, l’Europa, ci siamo assicurati che i divieti fossero revocati e che le attrezzature mediche potessero arrivare dove era necessario”. E non è finita qui. “Abbiamo deciso di procurarci i vaccini insieme nella nostra Unione”.
Von der Leyen insiste sui vaccini. Nonostante le difficoltà finora nell’Unione europea sono state distribuite circa 200 milioni di dosi di siero anti-COVID, “sufficienti per vaccinare almeno una volta più della metà della popolazione adulta europea”. Perché si possa capire l’entità della cosa la presidente della Commsisioen europea ricorre a paragoni e confronti. “Né la Cina né la Russia si avvicinano neanche lontanamente” a questo tassi di copertura. “In questo momento, mentre parlo, vacciniamo 30 europei ogni secondo”. Si è dunque riusciti a realizzare qualcosa “mai visto in Europa: una campagna di vaccinazioni di massa su scala continentale”. In altre parole, “abbiamo dimostrato che, anche in tempi di pandemia globale, siamo in grado di affrontare con forza altre grandi sfide del nostro tempo”.
La determinazione di von der Leyen guarda oltre, agli ostacoli che restano per mettere tutto e tutti in sicurezza. C’è la necessità di una vaccinazione globale. “Questo è il motivo per cui siamo pronti a discutere la proposta degli Stati Uniti per una deroga alla protezione della proprietà intellettuale per i vaccini COVID-19“, assicura alla platea di Firenze. Una mossa, quella annunciata da Washington, che “potrebbe aiutare a raggiungere tale obiettivo”. E rivendica con orgoglio come l’Europa sia stata fin qui “la sola ad aver esportato vaccini su vasta scala, siamo la farmacia del mondo”, e lo sottolinea con orgoglio.
La cabina di regia in una materia di competenza degli Stati ha funzionato. Ma deve essere perfezionata. “Ho voluto il summit sulla Salute a Roma, con Mario Draghi, perché dobbiamo passare dalle misure ad hoc di quest’anno a soluzioni per un sistema sostenibile“. Vuol dire un nuovo modello di cooperazione, più forti, che la presidente della Commissione europea definisce “le nuove alleanze per il futuro”. E’ convinta che si può fare, come già accaduto. “Firenze è la città del rinascimento. Il rinascimento della Salute inizierà a Roma”.