Bruxelles – Non ci sarà un futuro sostenibile per l’Unione Europea senza le regioni e gli enti locali. Il presidente del Parlamento europeo David Sassoli approfitta della plenaria del Comitato delle Regioni per chiedere ai rappresentanti degli enti territoriali dell’Unione Europea di pensare “nuovi modelli di produzione che siano alternativi e che preservino ambiente e coesione sociale.
Nel suo intervento il capo dell’Europarlamento ha sottolineato il ruolo che le regioni e le città svolgono nella lotta contro le disuguaglianze e nella creazione di un ecosistema sostenibile per le generazioni future. “Rimettendo al centro delle nostre politiche le persone saremo in grado di rafforzare il nostro stile di vita e di inventare nuovi modi per vivere in un futuro sostenibile sia nelle nostre città e sia nei nostri borghi”, ha detto Sassoli, invitando i membri del Comitato a insistere nello scovare nuove soluzioni efficienti per la sfida climatica e l’invecchiamento demografico che interesseranno diverse comunità locali e regionali dell’UE. “Le nostre città hanno bisogno di essere ripensate con attenzione in termini di inclusione sociale, innovazione e adattamento a gravi rischi climatici”, ha continuato. “Occorre migliorare qualità dell’aria con più aree verdi, con infrastrutture ricche di biodiversità e più attenzione alle persone con disabilità e con mobilità ridotta”.
In questa operazione il dialogo con i cittadini sarà centrale. “È cruciale ascoltare i nostri cittadini; una democrazia che sa aggiornarsi è capace di rispondere con più efficienza ai problemi”, ha continuato. E il riferimento alla Conferenza sul Futuro dell’Europa, che partirà domenica 9 maggio, è stato inevitabile. In quel momento, ha affermato Sassoli, “comincerà la riflessione su come aggiornare il patrimonio democratico dell’Unione Europea e rendere il suo funzionamento meno burocratico e più politico“, ha detto riferendosi al semestre europeo, il momento in cui i Paesi membri sono tenuti a coordinare le loro politiche di bilancio.
“È urgente un nuovo patto democratico e crearlo nella consapevolezza che nel promuovere la partecipazione democratica Parlamento europeo e Comitato delle Regioni sono alleati naturali, siamo tutti ingranaggi dell’Unione Europea”, ha aggiunto Sassoli. Nelle intenzioni del politico italiano la Conferenza va vista come un’opportunità per affrontare questioni difficili ma soprattutto per intraprendere azioni concrete su più fronti, in primis quello dei poteri dell’UE.
“Non possiamo permetterci di evitare la riflessione delle competenze dell’Unione quando ci sono crisi devastanti che il mondo globale ci scarica addosso e su cui l’Europa non è attrezzata”, ha continuato. “Sarebbe una sconfitta grande se uscissimo dalla pandemia senza aver creato una vera politica sanitaria europea, perché altre crisi potrebbero presentarsi senza che noi siamo preparati”. E nel suo discorso Sassoli ha tirato nuovamente in ballo l’argomento della revisione dei trattati: “Dopo la Conferenza sul Futuro dell’Europa faremo quello che sarà utile, compresa una eventuale messa a punto dei nostri trattati; li abbiamo cambiati tante volte. Cosa ci impedisce, per esempio, di inserire nei nostri trattati un reato che punisce la violenza sulle donne in tutti i nostri Paesi?”.
Ma il presidente dell’Eurocamera ha chiaro in mente che la soluzione non è centralizzare tutto nelle mani dell’Unione Europea. “Abbiamo bisogno che alcune competenze dotino meglio la potenza europea ma allo stesso tempo che le politiche si trasferiscano concretamente ai livelli nazionale, regionale e locale”, ha detto Sassoli, rassicurando i suoi interlocutori. “Avete nel Parlamento europeo un alleato storico, perché capiamo importanza di una vostra partecipazione piena a questo processo”.