Bruxelles – Berlino alza l’ambizione sul clima, dopo che la scorsa settimana la Corte costituzionale tedesca ha bocciato i target della legge per la protezione del clima stabiliti dal governo Angela Merkel nel 2019. La Germania ha annunciato ieri (5 maggio) di puntare a una riduzione del 65 per cento delle emissioni di gas serra entro il 2030 (rispetto ai livelli del 1990), attualmente la legge fissava una riduzione del 55 per cento. Come tappa intermedia entro il 2040 è previsto un taglio dell’88 per cento, per puntare alla completa neutralità dal carbonio entro il 2045, e non più per il 2050, quindi cinque anni prima sulla tabella di marcia rispetto a Bruxelles, che ha sottoscritto nella sua Legge clima la neutralità climatica come obiettivo da raggiungere complessivamente dall’UE entro la metà del secolo.
Il ministro delle finanze tedesco, Olaf Scholz, e la ministra dell’Ambiente, Svenja Schulze, hanno anticipato ieri che un disegno di legge sarà presentato “la prossima settimana” al resto della coalizione di governo. Secondo i due ministri attualmente le emissioni di CO2 della Germania sono già del 40 per cento inferiori al livello del 1990. La Corte costituzionale ha esortato il governo di Berlino ad aggiornare la sua legge sul clima entro la fine del prossimo anno per stabilire come porterà le emissioni nette di carbonio quasi a zero entro il 2050, per non gravare sui giovani con l’impatto del cambiamento climatico. Il governo tedesco guidato dai conservatori aveva tempo quindi fino a dicembre 2022 per rispondere alle osservazioni della Corte costituzionale, ma ha voluto accelerare l’annuncio consapevole del peso delle questioni ambientaliste in vista delle elezioni legislative di settembre e dell’avanzata dei Verdi tedeschi che li ha portati dal 9 per cento delle elezioni del 2017 all’attuale 23 per cento degli ultimi sondaggi.