Bruxelles – Dopo il parare positivo dell’EFSA, ora quello degli Stati membri: le larve gialle essiccate del tenebrione mugnaio, conosciute come tarme della farina, saranno autorizzate all’uso come nuovo alimento nell’UE. I Ventisette – nel comitato permanente per piante, animali, alimenti e i mangimi – hanno approvato ieri (3 maggio) la proposta della Commissione europea per la prima autorizzazione all’immissione in commercio nella UE per un insetto come ‘nuovo alimento’, una definizione che viene usata dall’UE per gli alimenti che non erano consumati in maniera massiccia dagli esseri umani prima del 15 maggio 1997, quando è entrato in vigore il primo regolamento europeo sui nuovi alimenti.
In questo caso, spiega l’Esecutivo, le tarme della farina possono essere utilizzate come un insetto essiccato intero, come uno spuntino o come ingrediente in altri prodotti alimentari, come polvere in prodotti proteici, biscotti o prodotti a base di pasta. È la strategia ‘Farm to Fork’ (Dal produttore al consumatore), aggiunge Bruxelles, a identificare gli insetti come una fonte proteica alternativa che può sostenere la transizione verso una filiera alimentare più sostenibile. Prima di essere autorizzato, il prodotto è stato sottoposto a una valutazione scientifica da parte dell’Autorità europea per la sicurezza alimentare che ha concluso che il verme giallo della farina “è sicuro per gli usi e i livelli d’uso proposti dal richiedente”, ovvero l’UE.
Le tarme della farina sono le prime, ma probabilmente non saranno le ultime: ci sono attualmente 11 domande per insetti che sono soggette a una valutazione di sicurezza da parte dell’EFSA. La Commissione riconosce che al momento gli insetti come alimenti rappresentano un mercato di nicchia ancora molto piccolo nel Continente, ma i vantaggi ambientali dell’allevamento di insetti per il cibo solo “l’efficienza di conversione del mangime degli insetti, minori emissioni di gas serra, minore utilizzo di acqua e terreni coltivabili e l’uso della bioconversione a base di insetti come soluzione commerciabile per ridurre gli sprechi alimentari. Dopo il via libera degli Stati, la Commissione dovrà nelle prossime settimane adottare un regolamento che autorizza formalmente questo insetto come alimento.
Italia contraria a metà sugli insetti a tavola. Per la maggioranza degli italiani (54 per cento) gli insetti sono “estranei alla cultura alimentare nazionale e non porterebbe mai a tavola la larva gialla della farina essiccata termicamente, intera o sotto forma di farina, per il consumo umano”, sottolinea un’analisi Coldiretti/Ixe’ dopo l’autorizzazione degli Stati membri. Il 24 per cento si dice indifferente, il 16 per cento favorevole e non risponde affatto il 6 per cento. Secondo Coldiretti, nonostante l’EFSA non consideri l’uso di questi insetti svantaggioso dal punto di vista nutrizionale, “una corretta alimentazione non può però prescindere dalla realtà produttiva e culturale locale nei Paesi del terzo mondo come in quelli sviluppati e a questo principio non possono sfuggire neanche bruchi, coleotteri, formiche o cavallette a scopo alimentare che, anche se iperproteici, sono molto lontani dalla realtà culinaria nazionale italiana ed europea”. Aggiunge che l’arrivo sulle tavole degli insetti – “solleva dei precisi interrogativi di carattere sanitario e salutistico ai quali è necessario dare risposte, facendo chiarezza sui metodi di produzione e sulla stessa provenienza e tracciabilità considerato che la maggior parte dei nuovi prodotti proviene da Paesi extra UE, come la Cina o la Thailandia, da anni ai vertici delle classifiche per numero di allarmi alimentari”.
“Un altro paradosso di un approccio troppo ideologico alla Farm to Fork” così Luigi Scordamaglia, consigliere delegato di Filiera Italia, accoglie il via libera dell’Ue al primo insetto come alimento. “Da una parte si spinge verso una messa in discussione della produzione delle nostre straordinarie eccellenze alimentari, soprattutto zootecniche, prodotte secondo un modello di sostenibilità unico al mondo” dice Scordamaglia “dall’altra si spingono cibi etnici, alternativi e strumentalmente proposti come più sostenibili per coprire la richiesta crescente di proteine nobili”. E proseguono da Filiera Italia: “Mentre i Paesi in progressiva crescita vogliono accedere al consumo dei nostri prodotti carnei o a base di latte, per beneficiare del loro straordinario valore nutrizionale e della loro qualità, l’Europa invita i propri cittadini verso forme di consumo lontane dai propri territori e tradizioni”.
“Legittimo offrire la più ampia varietà possibile di cibo da qualunque parte provenga, ma non si liquidino in fretta i principi della nostra sana ed equilibrata tradizione alimentare – conclude il consigliere delegato – o così facendo si rischia di perde di vista il vero obiettivo della nuova strategia che orienterà per i prossimi decenni le politiche agroalimentari europee: produrre sempre più qualità naturalmente impattando sempre meno e fornendo alle persone cibo sano e sicuro”.
Silvia Sardone, coordinatrice ID in commissione Sicurezza Alimentare e relatrice ombra di “Farm to Fork”, insieme ad altri colleghi della Lega al Parlamento europeo afferma che “prima di pensare agli insetti a tavola, l’Ue dimostri lo stesso impegno per tutelare il Made in Italy e le nostre eccellenze alimentari. Ancora una volta siamo perplessi dalle scelte di Bruxelles, la stessa che nella strategia Farm to Fork inserisce riferimenti al Nutriscore, sistema a semaforo che colpisce prodotti di qualità della dieta mediterranea – patrimonio Unesco – come olio extravergine, Parmigiano Reggiano, prosciutti crudi e mozzarelle: con un emendamento, la Lega ha chiesto di non inserire gli insetti commestibili nell’offerta alimentare, in quanto totalmente estranei alle tradizioni europee, nonché a difesa delle eccellenze alimentari del nostro territorio”.