Bruxelles – Integrare gli obiettivi di sviluppo sostenibile delle Nazioni Unite (SDG) e il principio del “non arrecare danni significativi” all’ambiente in tutte le proposte legislative dell’UE, per essere in linea con il Green Deal europeo. La Commissione europea cerca di rendere un po’ più verde il processo legislativo e ha adottato oggi (29 aprile) la sua strategia “Legiferare meglio” (Better regulation) per rendere le “leggi dell’UE più adeguate alle esigenze di domani”, quindi una ripresa in chiave sia verde che digitale, le due priorità individuate della Commissione a guida Ursula von der Leyen.
Il testo prevede un nuovo obbligo di giustificare in che modo ciascuna iniziativa legislativa rispetta il principio di innocuità ambientale e climatica (non arrecare danno significativo all’ambiente), nella relazione illustrativa che deve accompagnare ogni proposta legislativa. Inoltre, ogni valutazione conterrà una domanda specifica per determinare se “l’impatto ambientale” di quella proposta “potrebbe essere ulteriormente ridotto al minimo”. Infine, la Commissione vuole spiegare quali dei diciassette obiettivi di sviluppo sostenibile dell’agenda 2030 delle Nazioni Unite (ONU) possano beneficiare di ciascuna proposta ed esaminare come l’iniziativa sosterrà il loro raggiungimento.
“Ci stiamo adoperando per semplificare la legislazione dell’UE e ridurne gli oneri, avvalendoci della previsione strategica e promuovendo la sostenibilità e la digitalizzazione”, ha spiegato in conferenza stampa Maroš Šefčovič, vicepresidente per le Relazioni interistituzionali e le prospettive strategiche. L’idea è che per ogni proposta legislativa “identificheremo i pertinenti obiettivi di sviluppo sostenibile delle Nazioni Unite ed esamineremo come saranno raggiunti”, ma per sostenere la sostenibilità, una migliore regolamentazione applicherà anche il principio del “non provocare danni significativi” .
Tra le altre cose, la Commissione propone di eliminare gli ostacoli e gli oneri burocratici che rallentano gli investimenti e costruire le infrastrutture del XXI secolo, collaborando con gli Stati membri, le regioni e le principali parti interessate; semplificare le consultazioni pubbliche introducendo un unico invito a presentare contributi sul portale “Di’ la tua”, di recente migliorato; e infine, adottare un approccio “one in, one out” (per cui nessun nuovo atto viene introdotto senza la previa abrogazione di un atto già esistente) che dovrebbe garantire che gli eventuali nuovi oneri introdotti da una nuova legge siano controbilanciati dalla riduzione di oneri precedenti nello stesso settore di attività.